Penso che bisognerebbe avere una veduta più ampia dell’economia e della cultura in cui viviamo. Sono stata molto fortunata a vivere in due paesi e di poter partecipare al movimento femminista internazionale, andando alle varie conferenze che ci sono state. Anche il tempo deve essere visto in modo ampio. Come dice Gloria Steinem, dovremmo considerare gli ultimi 5000 anni come una parentesi del patriarcato e aggiungerei del patriarcato sempre più intrecciato con il mercato e il denaro.
Questo intreccio porta alla violenza economica e alla violenza strutturale, all’espressione di valori di dominanza e di appropriazione (plunder). Ma prima e oltre questa parentesi cosa c’è stato, cosa c’e? In molti luoghi c’erano le società matriarcali basate sull’immagine della Grande Madre, sui valori della cura seguiti non da donne asservite agli uomini ma da tutti, su valori che onoravano la vita e la natura e il soddisfacimento dei bisogni vitali.
Queste società pre-patriarcali e pre-mercantili funzionavano secondo economie del dono di vario tipo. Perfino oggi dopo secoli di colonialismo e di imperialismo patriarcal-capitalistici, esistono società matriarcali con varie tradizioni del dono, malgrado le tentazioni di assimilazione capitalistica (come molte culture delle americhe, come quelle degli Irochesi, e dei popoli delle Ande). Ma l’economia del dono, la cura gratuita degli altri esiste ancora, anche in seno al capitalismo perché non si può fare a meno della cura dei bambini piccoli che fino a 4 o 5 anni non capiscono lo scambio o il denaro. Questo fatto fa sì che ognuno/a di noi incomincia la vita in un’economia di dono e di cura che è in contraddizione con l’economia di mercato della società che ci circonda.
Le persone incaricate dalla società a questa economia alternativa, che è un vero modo di distribuzione di beni ai bisogni, sono per lo più le madri. E’ questa economia che è alla base delle nostre migliori qualità come specie, vedi il linguaggio e la collaborazione. E’ la struttura economica che funziona come base ai valori sovrastrutturali della cura.
Il capitalismo patriarcale sta dimostrando ora in modo palese la sua incapacità a soddisfare i bisogni di tutti. Infatti, funziona togliendo i doni ai molti per canalizzarli ai pochi, creando la penuria dei molti che li rende più facili da controllare. Poi getta via quest’abbondanza nelle guerre o nelle bolle finanziarie.
Credo che bisognerebbe avere una prospettiva più ampia per poter valutare la cura e non vederla solo come vittima del mercato dovuta ad una qualche supposta tendenza femminile al sacrificio. Invece la si può vedere come la radice di un’altra economia necessaria e possibile e che chi la pratica, sopratutto donne, in qualche modo già riconosce.