LA GAZZA LADRA – Film di Robert Guédiguian. Con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Robinson Stévenin, Jacques Boudet, Lola Naymark, Marilou Aussilloux, Grégoire Leprince-Ringuet, Geneviève Mnich, Francia 2024. Fotografia Pierre Milon, musica Michel Petrossian.
“La gazza ladra” (“La pie voleuse” in originale) è un film divertente, di gusto molto francese, recitato da attori molto bravi (che ormai conosciamo bene), con una splendida fotografia e commentato musicalmente in modo impeccabile. Robert Guédiguian, il regista marsigliese di origini armene, e i suoi attori abituali, portano gli spettatori all’Estaque, un piccolo villaggio di pescatori ormai parte di Marsiglia, di cui Paul Cézanne dipinse una famosa tela “Il golfo di Marsiglia visto dall’Estaque” tra il 1882 e il 1885.
Il regista narra una sorta di fiaba che celebra il valore di umanità e di solidarietà, al cui centro è la nota e bravissima Ariane Ascaride, moglie e musa del regista fin dal 1980, da quando la scelse come attrice per “L’ultima estate”. Già nel suo ultimo film del 2023 “E la festa continua!” (forse il suo film migliore) il regista aveva mostrato un mondo sociale e umanista in cui credere ancora virando rispetto al cinema militante alla Ken Loach.
Il milieu che il regista ama raccontare è sempre quello operaio o della piccola borghesia marsigliese che si arrabatta per riuscire ad arrivare alla fine del mese. Maria, da quando le hanno chiuso la fabbrica dove lavorava, fa da badante e assiste diverse persone anziane che per lei sono diventate una seconda famiglia. Costruisce, in tal modo, legami profondi con i suoi assistiti e ci fa desiderare di avere vicino più persone come lei. Il marito (interpretato da Gérard Meylan) non è particolarmente affidabile ed è spesso al bar a giocare a carte con gli amici.
Maria conduce una vita modesta ma ha la passione per le ostriche e il signor Moreau (interpretato dall’altro attore feticcio Jean-Pierre Darroussin) – uno dei suoi assistiti che è su una sedia a rotelle – gliele lascia mangiare in cambio dei filetti di branzino impanato che lei gli cucina amorevolmente. Ha anche una passione per la musica classica e il suo sogno più grande è che il nipote possa diventare un grande pianista. Ma le lezioni di pianoforte e l’affitto dello strumento musicale costano e Maria riesce a pagarle facendo un po’ la cresta sulle spese per gli anziani. Come scriveva lo scrittore marsigliese Jean-Claude Izzo: «Eravamo diventati adulti. Disillusi e cinici. Un po’ amari, anche. Non avevamo niente. Nessun futuro. Solo la vita. Ma la vita senza futuro è meno di niente», quindi la musica e il successo pianistico del nipote diventano per Maria l’obiettivo della sua vita.
Ma un inconveniente svelerà queste costanti sottrazioni di denaro di Maria e la nuora (tradita dal marito) del signor Moreau la denuncerà. Il lato utopistico è nel finale pieno di comprensione e compassione dove le persone mostrano di apprezzare molto le caratteristiche caratteriali della donna e la qualità del suo lavoro, così Moreau ritirerà la denuncia citando al gendarme i versi del romanzo La povera gente, di Victor Hugo.
Il regista riduce al minimo i movimenti di macchina tenendo una camera fissa sul racconto e capta i suoi personaggi nella luce naturale. “La gazza ladra” mostra la routine quotidiana di Maria, divisa tra il lavoro e la sua vita famigliare: ogni giorno entra nelle case degli anziani di cui si occupa e si abbandona solo quando, mangiando le ostriche, ascolta sullo smartphone un concerto di Arthur Rubinstein. Infatti in questo film la musica è protagonista sin dalla prima scena del furto al negozio di strumenti che dà il titolo al film.
In un’intervista così afferma Guédiguian: «Ho immaginato una donna che fa questi furtarelli perché ha bisogno di soldi ed è pagata molto male, ma ho anche pensato a una persona che in qualche modo ha uno scarto rispetto alla vita che conduce. E per questo ho pensato alla gazza ladra: la protagonista lo fa anche per concedersi di mangiare le ostriche e di ascoltare la musica classica, ha dentro un piccolo seme di follia».
Il suggestivo scorcio urbano che si vede ne “La Gazza ladra” ricorda quello già mostrato in “La casa sul mare”, a Méjan, una cala marina tra Marsiglia e Carryla con la ferrovia in alto, i piloni della strada sulle arcate, sul retro le Corniche.
Il film è stato presentato alla IXX edizione della festa del Cinema di Roma, nella Sezione Gran Public, riscuotendo meritatamente successo di critica e di pubblico.