Sua moglie l’aveva detto, anzi scritto: Aiutatelo, è malato. Eppure, nessuno, né il sodale abruzzese Gianni Letta né il falco Giorgio Stracquadanio ha provato ad aiutarlo. Nessuno degli uomini di governo e di partito che gli sono vicini lo ha fatto.
Senza dei buoni consigli (impresa disperata, tentata solo dal direttore del “Foglio”) quello che allora era il marito, il presidente del Consiglio, ha continuato. Nella lettera dell’altro giorno (sul “Foglio” appunto) sostiene di non aver fatto nulla “di cui debba vergognarmi”. Segue rivendicazione, nel paragrafo successivo, del “mio modo di vivere il mio privato, che può piacere o non piacere, ma che è personale, privato e incensurabile”.
Sfortuna vuole che il privato di un presidente del Consiglio – “può piacere o non piacere” – ma non è proprio affare privato. Bensì, insieme pubblico e politico.
Se un presidente del Consiglio usa aerei presidenziali per ragazze e individui poco raccomandabili, se frequenta corrotti e lenoni e faccendieri, se compra la bellezza, la giovinezza con regali, se interviene a suo piacimento in un colosso pubblico come Finmeccanica, se gli viene regalato un nastro contenente una notizia che, una volta pubblicata sul giornale di famiglia, lede l’immagine dell’avversario politico (il democratico Fassino), si tratta sempre di azioni pubbliche e politiche.
Spiegare a Gianpi Tarantini che “Noi siamo messi così come uomini tu, io poi Carlo Rossella presidente di Medusa e Fabrizio Del Noce direttore di Raiuno e responsabile di tuttala fiction Rai….Sono persone che possono far lavorare chi vogliono…Ecco quindi le ragazze hanno l’idea di essere di fronte a uomini che possono decidere del loro destino….sono dei vecchietti però hanno molto potere” corrisponde a una plateale ammissione dell’uso nonché abuso sessuale che il presidente del Consiglio fa del suo potere politico. Azione indecente per un capo di governo. Che anche centomila intercettazioni volute dalla Procura di Bari (un numero davvero incredibile) non rendono meno indecente.
Ma il vero punto interrogativo riguarda le donne. Ci nuoce la vicenda escort-Berlusconi? Certo, se diamo per buona la risposta di Concita De Gregorio (su “Repubblica” del 19 settembre) che il premier è “colpevole del delitto politico di istigazione alla prostituzione di una generazione intera” il Paese non ha speranza.
Ma non ne sono convinta.
Il femminismo sostiene che è giusto rivendicare: Io sono una donna. Dunque io sono in grado di scegliere, decidere di me stessa, dell’interpretazione che voglio dare alla mia libertà, alla libertà femminile.
Nell’intervista a Paragone per “L’ultima parola”, una delle papi-girl di Bari, Terry De Nicolò, teorizza: “Se sei racchia te ne devi stare a casa, la bellezza è un valore, deve essere pagata. Chi non lo capisce e parla di ruolo della donna non deve rompere i…”. Anche questa filosofia di vita va ascritta, paradossalmente, alla libertà femminile?
Se un imprenditore non delinque – è un altro assunto del De Nicolò pensiero, discepola di Sgarbi – non farà certo molta carriera… Sono affermazioni che non posso condividere, interne alle modalità del mercato e del denaro, alla mercificazione dei corpi e di ogni cosa, di ogni desiderio e sentimento. Eppure, suonano persino come una sorta di sfida a codici culturali che fissavano il posto delle donne per l’eternità. Noi che le ascoltiamo dovremmo essere in grado di leggere, grazie al femminismo, nella relazione tra uomini e donne quando c’è abuso di potere maschile e abuso che la donna fa del proprio corpo con la seduzione. E la giovinezza.
Rosy Bindi, presidente del Pd, si aspetta “un sussulto di dignità dalle donne del centrodestra e da alcuni autorevoli esponenti della maggioranza” (nell’intervista su “Repubblica” del 18 settembre) per liberare il Paese dal premier.
In realtà a essere messa sotto i riflettori e deformata, azzerata, ridotta alla misura del denaro è soprattutto la sessualità degli uomini. L’”affaire” B. ha rotto il silenzio sul comportamento di personaggi ricchi, potenti, e sul machismo di tanti altri uomini. Mi auguro che le cose siano un po’ diverse per la generazione dei TQ, dei trenta-quarantenni che dalle donne hanno appreso modi di vivere diversi.
In generale, il mondo maschile dovrebbe ribellarsi a questa versione grottesca della sua sessualità. Non solo “alcuni autorevoli esponenti della maggioranza” se hanno, appunto, un sussulto di dignità. Per ora le prove sono deludenti anche da parte di chi si oppone al Cavaliere: è dignitoso che Di Pietro accusi Casini e l’Udc di essere “escort” della politica?