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Microcritiche / Alla fine la vita felice è musica per tromba?

28 Settembre 2024
di Ghisi Grütter

FINALEMENT – STORIA DI UNA TROMBA CHE SI INNAMORA DI UN PIANOFORTE – Film di Claude Lelouch. Con Kad Merad, Elsa Zylberstain, Michel Boujenah, Sandrine Bonnaire, Barbara Pravi (attrice e cantautrice francese) e Françoise Gillard, Francia 2024.

L’ultimo film di Claude Lelouch, presentato fuori concorso all’81ma Mostra del Cinema di Venezia, è una commedia che ruota attorno alla crisi di un uomo adulto, un sessantenne parigino. È una sorta di inno alla follia garbata e presenta una sommatoria di buoni sentimenti: c’è molta roba, forse anche un po’ troppa. Vari sono anche i riferimenti al cinema della Nouvelle Vague. È abbastanza inusuale per il regista francese cimentarsi in questo genere – si potrebbe considerare una fiaba musicale – la cui sceneggiatura è a cura dello stesso Lelouch con Pierre Leroux, Grégoire Lacroix e Valérie Perrin (la sua quarta moglie).
Finalement – Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte” (attenzione finalement in italiano va tradotto con “alla fine”) racconta le avventure di Lino Massaro (interpretato da Kad Merad) che, abbandonata la famiglia e la sua vita agiata da avvocato borghese, inizia a girovagare nel Nord della Francia (Saint-Malo) tra campagne e piccoli villaggi per poi arrivare fino ad Avignon. Evita di dare risposte precise a chi gli chiede da dove viene o cosa faccia, spesso dà risposte fantasiose inventate lì per lì. Talvolta si fa passare per persone che gli è capitato di difendere in tribunale come il prete accusato di stupro o il regista di film porno.
Durante il suo flâner, portandosi dietro una tromba con la quale ama improvvisare, si interessa alle problematiche delle persone semplici che incontra – cosa che probabilmente non aveva mai fatto nella sua vita cittadina – è molto gentile e accetta tutto ciò che gli viene offerto, acqua, cibo, birra o quant’altro, ringraziando e scusandosi. Lino afferma di essere affetto da una patologia chiamata “follia dei sentimenti”: una degenerazione fronto-temporale che lo rende obbligatoriamente sincero e dunque decisamente pazzerello, almeno agli occhi degli altri.
Lontano dagli affetti consolidati e dalla rigidità della professione di avvocato, l’uomo si libera dei documenti e dello smartphone con la stessa rapidità con cui vorrebbe liberarsi di se stesso. Si fa viaggiatore della vita, esploratore di infinite possibilità, alla ricerca di una propria essenza cullato dalle note della tromba che cerca altri strumenti e che forse si innamora di un pianoforte (e di chi lo suona?).
I personaggi nei film di Lelouch di solito sono uomini e donne piuttosto liberi: liberi di amare, di pensare, ma anche di scappare, come capita a Lino in Finalement. Incontra uomini, donne, animali che alterna a una realtà diegetica. Girando in autostop accetta passaggi anche in camioncini dove impara a conoscere anche gli animali, per esempio condividendo lo spazio con le pecore.
Con questo film abbiamo l’occasione di vedere dei paesaggi francesi molto belli, di notare la grande differenza che convive ancora oggi in Francia tra la vita convulsa e mondana della metropoli e la più serena vita rurale campagnola.
La musica qui dà sollievo ai dolori, è una terapia dell’anima ed esprime ciò che le parole non possono fare. Lelouch con il suo “Finalement” intende sottolineare che: «La musica è la vera star dei miei film, tanto che la scelgo ancor prima di scrivere. C’è qualcosa di essenziale nella musica: è la nostra parte irrazionale, il contraltare della ragione che ci ricorda ogni giorno del fatto che siamo destinati a morire, mentre con la musica ci fa sentire immortali. La musica, poi, è sempre dolce, non ferisce mai, come invece fanno le parole».
Non ho mai avuto una grande passione per Claude Lelouch, ricordo che negli anni di impegno sociale e politico di un’intera generazione se ne uscì nel 1966 con “Un uomo e una donna”: una tematica romantica che molti di noi trovarono sdolcinata se non addirittura irritante. Personalmente non ho mai più rivisto quel film, ma ora invecchiando (sia io che lui…) trovo che Lelouch sia diventato più simpatico, gli riconosco abilità filmica e coraggio.

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