IL SUPPLENTE – Film di Diego Lerman. Con Juan Minujín, Alfredo Castro, Barbara Lennie, Maria Merlino, Rita Cortese, coproduzione tra Argentina (Campo Cine), Spagna (Arcadia Motion Pictures) Italia (Vivo film), Messico (Esperanto Kino) e Francia (Bellotta Films) del 2022. Fotografia di Wojciech Staron.
Credo che l’obiettivo principale di questo film sia quello di far vedere un lato di una realtà metropolitana, come purtroppo ce ne sono tanti, nel sud dell’America.
Qui siamo a Buenos Aires e attraverso le vicende di Lucio Garmendia (ottima interpretazione di Juan Minujín), docente (temporaneo) di lettere in una scuola, il regista Diego Lerman ci fa penetrare nella vita difficile degli adolescenti di periferia. Il padre di Lucio, detto il “Cileno” (interpretato da Alfredo Castro), gestisce una mensa comunitaria nello stesso quartiere, aiuta i poveri a trovare un lavoro, a tirarsi fuori dai guai, ma purtroppo ha un male incurabile e i giorni contati.
Lucio è un uomo quarantenne in crisi; si occupa di letteratura, ama la poesia, vorrebbe fare lo scrittore, ma per ora è riuscito a pubblicare un solo libro. Si è separato da poco dalla moglie e gestisce con frustrazione la fine della sua relazione. La moglie, si capisce poi nel film, si è messa insieme a una donna con la quale pare abbia un rapporto felice. La loro figlia di 12 anni non ha voglia di studiare e odia la scuola che i genitori le fanno frequentare. Si inventa continuamente malattie immaginarie pur di evitare di affrontare i test e le interrogazioni.
Accettando di insegnare come supplente, Lucio spera di ritrovare un entusiasmo nella vita, che aveva perso negli ultimi tempi. Purtroppo scopre che la frequentazione scolastica per i ragazzi è un obbligo cui assolvono senza il minimo interesse. La situazione nella scuola è tutt’altro che idilliaca, i ragazzi vivono in un ambiente violento e sembrano avere poca fiducia nel fatto che lo studio possa aiutarli a migliorare la loro situazione economicamente precaria. Non ci sono sogni, né ambizioni, la realtà non lascia spazio né all’arte né alla cultura. «A che serve la letteratura?» chiede Lucio inutilmente alla classe, il suo primo giorno di scuola.
Alcune storie di droga nei bagni nella scuola, complicano ulteriormente la situazione e anche i rapporti tra i ragazzi. Il risultato è che la polizia stazionerà fissa agli ingressi scolastici e alcuni ispettori di controllo seguiranno le lezioni in aula. Contro queste repressioni sboccerà un sentimento di fraternità tra i giovani, che per una volta trovano in aula la comprensione e la fiducia che viene loro negata fuori.
Diego Lerman filma con una telecamera in continuo movimento, che si avvicina ai personaggi per non perdere i dettagli che gli eventi producono sui loro volti. Ottima la fotografia di Wojciech Staron che mette in risalto il degrado e la povertà dell’”altra” Baires, delle bidonvilles, della città della miseria.
Il regista aveva già concorso cinque anni fa per la Conchiglia d’Oro con il suo film “Una especie di familia” del 2017, torna adesso in concorso al Festival di San Sebastian, con “Il supplente”, film carico di tensione ma anche di umanità. A quest’ultimo film è già stato assegnato il Premio Cipputi 2023. Per il terzo anno consecutivo, il premio ispirato all’operaio disegnato da Altan – nato nel 1996 a Torino e rivolto a opere cinematografiche che hanno al centro il tema del lavoro – è ospitato dalla Cineteca di Bologna.