Ormai è sotto gli occhi di tutti: uomini potenti, che hanno dato grandi prove di scaltrezza e abilità nel gestire la propria vita pubblica e il potere, diventano fragilissimi se una donna o qualche evento imprevisto svela il lato nascosto della loro vita sessuale, che molto spesso è lì, pronto a rovesciarne l’immagine e a metterne in pericolo il potere. I casi, anche solo negli ultimi mesi, sono numerosi e si ripetono con le stesse modalità: una donna denuncia, rivela, fa filtrare notizie, e altre donne – più spesso le mogli, ma anche le figlie – condannano o proteggono.
Così è per Strauss-Kahn, la cui vicenda dipende da tre donne: da una parte la cameriera che lo ha denunciato, dall’altra la moglie e la figlia che lo appoggiano e lo difendono. Così è per Anthony Weiner, scoperto a mandare su internet foto osé a varie ammiratrici, che attende ancora il verdetto della bella moglie Huma, incinta, mentre sta accompagnando Hillary Clinton per il mondo. E la medesima cosa è stata per Silvio Berlusconi, che dopo la morte della madre e la separazione dalla moglie non è più riuscito a trattenere la sua esuberanza notturna, denunciato da molte ragazze, ma pur sempre difeso dalla figlia Marina.
L’impressione complessiva è che questi uomini siano in mano alle donne, nel bene e nel male, e che la loro vicenda di potere dipenda ormai interamente dalle donne della loro vita. E allora è impossibile non pensare: questa sì che è la rivoluzione femminista in atto! Questo sì che è il realizzarsi di quanto urlavano i cortei delle donne negli anni settanta: “Il privato è politico”. Tutto ciò avviene anche – se non soprattutto – perché è avvenuto un cambiamento radicale dell’opinione pubblica. Che non soltanto non tace più davanti alle “debolezze” maschili, ma ha creato un nuovo clima nel quale l’unica difesa possibile del reo può venire solo da una voce di donna. L’esatto contrario, cioè, di quello che era prima, quando solo la reputazione della donna era in pericolo, e dipendeva dal giudizio maschile.
Invece di guardare ossessivamente agli indici di occupazione femminile, ai ruoli di potere economico e politico ricoperto dalle donne, è soprattutto a questo profondo cambiamento di costume che dobbiamo guardare per misurare i risultati dell’avanzata femminile. Una cameriera nera può distruggere la carriera di un potente, la parola di una moglie può salvare l’immagine politica di un irresponsabile (almeno in quella sfera), come il caso Clinton insegna. Insomma, la debolezza dei maschi è diventata la forza delle donne.
Ma non bisogna dimenticare un altro aspetto di questa situazione, di cui si parla meno volentieri: e cioè che ci sono anche tante donne che approfittano della debolezza dei maschi per fare carriera, guadagnare, ottenere uno status privilegiato, avere un quarto d’ora di celebrità. Certo, non è una cosa nuova, ma mai questo fenomeno ha avuto la portata attuale, quando nessuno più si sogna di condannare le trasgressioni sessuali femminili, soprattutto se ben organizzate e strategicamente realizzate.
Anche questo, comunque lo si giudichi, è un nuovo potere femminile: cambia la società.