SCOMPARTIMENTO N. 6 – IN VIAGGIO CON IL DESTINO – Film di Juho Kuosmane. Con Seidi Haarla e Yuriy Borisov, Dinara Drukarova, Tomi Alatalo. Finlandia, Estonia, Germania, Russia 2021.
Ero curiosa di vedere questo film per varie ragioni, una è perché, per lavoro, ho passato metà della vita in treno e una ventina di anni a insegnare nell’estremo Sud d’Italia. Il treno mi era diventato molto familiare – avevo imparato a dormire in vagone letto meglio che a casa mia – ma il mio sogno era diventato, progressivamente, andare a vivere nell’estremo nord dell’Europa. Però ricordo che molti anni fa feci amicizia con una ragazza finlandese che voleva scappare da lì e venire ad abitare da noi in Italia. Mi diceva che sull’autobus a Helsinki nessuno apriva mai bocca e se per caso uno parlava era sicuramente o matto oppure ubriaco. In effetti nei freddi paesi nordici – dove le persone sono più facilmente represse – il consumo degli alcolici è molto alto e si inizia a bere in giovane età probabilmente per sciogliersi e disinibirsi, così come ci ha fatto vedere Thomas Vinterberg nel recente film “Un altro giro” del 2020. In un certo senso “Scompartimento n. 6 – In viaggio con il destino” dà ragione alla mia amica – per l’introversione delle persone e per la difficoltà di comunicazione – e scoraggia chi amerebbe avere attorno a sé solo betulle.
Il film è il secondo lungometraggio diretto da Juho Kuosmanen, ed è un adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Rosa Liksom; presentato in concorso al 74º Festival di Cannes, ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria del 2021, ex aequo con l’iraniano Asghar Farhadi.
Obiettivo del viaggio in treno è Murmansk, una città russa nel Circolo Polare Artico, situata nell’estrema parte nord-occidentale della Russia europea a 2.000 km da Mosca: un porto di mare e base navale sulla baia di Kola, non lontano dal confine con la Norvegia e con la Finlandia.
Qui siamo negli anni ’90 e per raggiungere questa località da Mosca ci vogliono due giorni e due notti di treno con tre cambi. Le condizioni del viaggio sono piuttosto dure, anche se i treni a lunga percorrenza, sia sovietici e sia post-sovietici, sono attrezzati con cuccette o vagoni letto per 4 persone sotto le cure delle provodnitsa, una sorta di hostess ma anche di controllore tuttofare.
Laura (una straordinaria Seidi Haarla) è una ragazza che studia archeologia e che vorrebbe visitare i famosi petroglifi e cioè i graffiti rupestri preistorici situati nella zona del lago di Kanozero. Sarà costretta a condividere il vagone per tutto il viaggio con Ljoha (un bravissimo Yuriy Borisov), un giovane minatore russo con la testa rasata che ama bere.
I dialoghi sono inesistenti, a parte una citazione iniziale di Marilyn Monroe: «Solo alcune parti di noi possono entrare in contatto con gli altri e solo con alcune parti degli altri» detta forse più per camuffare una iniziale resistenza. Un’altra frase che lei ripete a Lioha volendosi dare un tono da intellettuale: «È più facile conoscere il presente se conosci il passato», era stata detta da un professore moscovita a casa della sua amante, ma è banale e non convince nessuno. Quelli che sono presenti sono invece i rumori del treno e dei motori.
L’incontro tra i due non è dei più felici, poco hanno in comune: mentre lui è rozzo, maschilista ma autentico, lei è reticente e sfuggente, nasconde una delusione d’amore omosessuale che forse è la vera ragione del suo viaggio così lontano.
Primo stop a San Pietroburgo: un’occasione per fare una deludente telefonata a Irene (all’epoca il telefono a gettoni). Laura ha un ripensamento, vorrebbe ritornare a Mosca e prendere il primo treno che la riporti indietro, ma il poco entusiasmo nella voce di Irene la fa desistere.
Man mano i due occupanti lo scompartimento si sciolgono, ci vorranno 1.500 km percorsi insieme e un paio di ore di film, perché l’iniziale ostilità si tramuti poco a poco in tenera amicizia. In tal modo si incontrano due solitudini, bisognose entrambe di calore umano. Molto bella è la scena in cui i due protagonisti regrediti bambini, giocano tirandosi le palle di neve.
Ma è il treno il vero protagonista del film, immerso in un’atmosfera rarefatta dove la nebbia impedisce la visuale attraversa paesaggi piatti e nevosi. È inoltre uno spazio claustrofobico ripreso dalla macchina a mano, sempre addosso ai personaggi così come la scuola nord-europea ci ha abituato.
“Scompartimento n. 6 – In viaggio con il destino” è il candidato della Finlandia nella categoria per il miglior film straniero agli Oscar 2022.