Certo, nel nostro Paese, il sesso maschile non sta facendo una bella figura. Perlomeno alcuni rappresentanti delle istituzioni: alcuni maschi in politica. Non vorrei qui dimostrare che le donne sono migliori in tutto, ma è evidente che Angela Merkel o la presidente della regione Poitou-Charentes non si sono mai sognate di scatenare con i loro comportamenti nulla di lontanamente paragonabile alla sarabanda sessual-erotica esibita, scoperta, attribuita ai cosiddetti uomini di potere.
Tuttavia, non ci si può fermare a questi comportamenti dal momento che si trascinano dietro un modo disastroso di intendere la politica. Maltrattata, strapazzata. Molti maschi (da Berlusconi a Marrazzo) sembrano infatti al di sotto della carica che occupano. Succede a destra e a sinistra. Con il risultato di spalancare la porta al qualunquismo di fronte alla corruzione, all’infingardaggine, al “predicare bene e razzolare male“ di un potere che sembra del tutto personalizzato.
Un modo arrogante nel quale si vuole famiglia e finta famiglia; pantofole e accappatoi; cariche pubbliche e riposini privati. Una commistione perversa nella quale risulta impossibile – non solo per la tecnologia e l’estensione dei media – ogni ritorno di un tempo edenico, nel quale il privato era separato dal pubblico. Il premier ha cavalcato la nuova situazione raccontando durante le conferenze stampa, in televisione, i suoi successi in campo economico, televisivo, sentimentale, erotico. Il presidente della regione Lazio ha cercato il tepore del “bagnetto“ per ovviare, appunto, alla solitudine del potere con la succitata abluzione.
E gli altri, quelli che li circondano, perché non hanno suggerito a questi maschi nostrani di piantarsela lì? Peraltro un’azienda di media grandezza, un ufficio, un cantiere, un reparto metalmeccanico, sono luoghi dove tutti sanno tutto dei movimenti di ciascuno. Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, uomo astuto quanti altri mai, vera “riserva della Repubblica“ che, quando si annuncia che la compagine governativa ha il fiatone, rispunta sempre fuori a sedare, placare e piallare le asperità, non avrebbe dovuto mettere un freno, dare un consiglio da amico e magari spedire una crostata al premier acciocché rinunciasse ai doni in farfalline a signore e signorine, soprattutto se consegnate a Casoria? Il vicepresidente, gli assessori, i consiglieri della giunta regionale avevano troppe carte da firmare per occuparsi, almeno un po’, del privato del loro presidente?
Probabilmente, i diretti interessati oltre che supponenti sono tetragoni e dunque hanno alzato le spalle e via. L’entourage è rimasto lì senza parole. Peccato che si sia aggiunto il corteo di venditori di protesi: “Ho capito che sono la coca e le ragazze a darmi visibilità “(l’imprenditore pugliese Tarantini). E di editori, fotografi, direttori di giornali, attratti dalla politica, come le mosche dal miele. Per condurre la vecchia battaglia delle idee? Non pare proprio.