Bisogna essere un po’ astigmatici per non vedere le nuvole scure che si accalcano sull’Italia. Certo, niente in confronto agli anni Trenta. E comunque, i governanti giallo-verdi rassicurano: Noi queste nuvole non le vediamo. Per il ministro degli Interni il razzismo è una “sciocchezza”. Il ministro del Lavoro sostiene che stanno solo provando “ad attaccare Salvini” e intanto annuncia – è una rivoluzione culturale – che saranno spazzati via dalla Rai (con estensione alla Funzione pubblica, al Parlamento) “raccomandati e parassiti”. Se a Saxa Rubra ci sono dei bravi professionisti tra dirigenti, dipendenti, tecnici a lui non fanno un baffo.
Probabilmente, il termine razzismo è inadeguato. Semplifica, non da conto della specificità di ogni gesto. Tuttavia, un nugolo di stolti si aggira per l’Italia. Indotti, sembra, dall’afa, compiono gesti dei quali non si sa se ridere o piangere. L’uomo che gioca con l’arma da softair, quello che si diletta con la pistola a aria compressa o spara dal terrazzo e il piombino (che si tratti di “un colpo di rinculo?”) colpisce una bambina rom di 14 mesi.
Ci sarebbe poi il disoccupato che stava “mirando a un piccione” ma sfortuna vuole che raggiunga un operaio capoverdiano. Senza dimenticare il gruppo di bianchi incensurati di Aprilia che per carità! mica si dedicavano a una “passeggiata della legalità”, però nella calda serata, memori di furti (avvenuti quattro anni fa), tenevano un “presidio dissuasivo”. Dopodiché, quelli del presidio inseguiranno l’auto. Incidente. Pestaggio o no, muore un marocchino.
Intanto, lanciatori di uova fresche hanno ferito l’atleta nera Daisy Osake. Si esclude che i tiratori scelti di questo particolare sport siano stati spinti dal colore della sua pelle giacché a Moncalieri vengono sottoposte allo stesso trattamento le prostitute: nere soprattutto o bianche che siano. Ma se a Roseto degli Abruzzi l’impiegato della Asl respinge un senegalese che chiedeva informazioni dicendogli “Vattene! Non siamo dal veterinario”, devo presumere che quell’impiegato ritenga di appartenere a una razza superiore a quella dell’utente nero. O no?
Data la quantità di fuori di testa che si aggirano in Italia, la ministra Grillo potrebbe affrontare il problema dolente con qualche visita obbligatoria ai centri d’igiene mentale più vicini.
Senza ricorrere alle maniere forti, senza appellarsi a un esorcista, scansata la spocchia da intellettuale, il suggerimento è di provare a dialogare con gli appassionati di pallottole, pallini nonché prodotti di animali ovipari. Temo però che non abbiano intenzione di arrendersi agli argomenti razionali. La ragione non piace a chi non vuole ascoltarla. A Napoli dicono che se l’asino non vuol bere, hai voglia a fischiargli (Si ‘o ciuccio nun vo’ vevere, hai voglia a’ lo siscà ).
A spingere a rinsavire, per non creare un clima dove tiratori dilettanti ma comunque armati si sentano legittimati a passare all’atto, dovrebbero essere le cosiddette “autorità”. Che non se ne danno per inteso. “La vostra è una psicosi” rimprovera il premier Conte con il quale si era appena congratulato il presidente Trump per la politica italiana contraria all’immigrazione. Forse è una psicosi ma cambiare la legge sulla legittima difesa (Giulia Buongiorno, ministro per la Pubblica Amministrazione ha spiegato che “c’è il diritto alla reazione”) e facilitare la concessione del porto d’armi non rassicura.
Se volete proprio capire come stanno le cose, ve lo dirà il vicepremier pentastellato: il razzismo è una “strumentalizzazione” del Pd. Quel Pd maltrattato dai commentatori che invocano una vera opposizione e non il cavaliere inesistente di oggi; quel Pd sul quale si accaniscono i compagni-che-non-perdonano, sostenendo che tutto è cominciato (come Minerva saltata fuori dalla testa di Giove) con il governo precedente. Con le politiche neoliberiste, con il Jobs Act, con Renzi, con Minniti. D’altronde, chi ha firmato gli accordi con la Libia? Chi ha lottizzato in Rai?
Adesso, finalmente il governo giallo-verde la finirà con gli “svuotacarcere e il buonismo”, le spartizioni, i poltronifici, i posti riservati.
Alle professoresse ordinarie e associate di Diritto costituzionale delle università italiane che hanno scritto una lettera di protesta alla presidente del Senato e a quello della Camera contro l’esito dell’elezione di un giudice costituzionale e dei componenti non togati degli organi di amministrazione autonoma delle magistrature giacché, su 21 cariche in ballo, sono stati eletti 21 uomini e nemmeno una donna, il ministro (pentastellato) della Giustizia Buonafede ha spiegato: “Mi dispiace ma noi non crediamo alle quote rosa”.
Ora, nel ’63 fu permesso alle laureate in Giurisprudenza di accedere al concorso in magistratura. Oggi le magistrate sono pari al 53%. Dunque, hanno sorpassato i colleghi. Ma il Parlamento non deve aver trovato nessuna donna altrettanto preparata per quei ruoli. E dal momento che i 5 Stelle non sono convinti delle norme per tutelare la parità di genere negli organismi rappresentativi, alla fine della fiera, magari per via dell’arrivo delle stesse cavallette che impedirono a John Belushi di unirsi in matrimonio con Carrie Fisher, i posti se li sono spartiti tra soli maschi.
Nuovo metodo. Lo promise Virginia Raggi “Signori, il vento sta cambiando”. Cambia il vento e finalmente nessun governante potrà più nascondere le sue malefatte. Arriva la società della trasparenza. Come alla riunione per discutere i destini dell’Ilva: 62 sigle di enti e associazioni intorno a una grande tavolo perché la fabbrica di Taranto “non è un club privato”. In effetti
Quando gli uomini vivranno
tutti in case di cristallo,
faranno meno porcherie
o almeno si vedranno
era l’augurio di Aldo Palazzeschi.