Fate attenzione, signore e signorine, perché in questo clima poco generoso nei confronti di chi abita le istituzioni, non vi perdonano niente. La presidente della Camera, Laura Boldrini, sale sull’aereo del premier per andare al funerale di Mandela con il suo staff (sei persone, manco fosse la rockstar Madonna) e il compagno. “Nessuna spesa di viaggio a carico del bilancio della Camera” dice.
Difesa vana. I 5 Stelle, i media minacciano di chiuderla in cella, di mandarla sul rogo. Boldrini reagisce. Sente aria di molestie: mi aggredite in quanto donna. D’altronde, quando un politico viaggia accompagnato dalla moglie, nessuno trova niente da ridire.
Viene fuori che pure la presidente della regione Friuli/Venezia Giulia ha chiesto “un passaggio” al premier Letta causa inderogabile impegno: partecipare alla puntata di Ballarò. Siamo o no nella società dello spettacolo? E poi, la partecipante alla trasmissione di Floris spiega di aver seguito “una prassi consueta”.
Certo, la consuetudine vale per il sesso maschile. Meno per quello femminile. Secondo Laura Boldrini, si conduce un attacco “ipocrita e sessista” nei suoi confronti. Oh Dio, ha detto sessismo, signora presidente? Proviamo a intenderci sui modi per combatterlo. In Svezia salta fuori la soluzione del Bechdel Test secondo la quale andrebbero premiati i film che rispondano al seguente criterio: devono avere almeno due personaggi femminili; questi due personaggi hanno da parlare di problemi loro e non sfogliare la margherita del “m’ama, non m’ama” rivolto al partner. Se ne deduce che film del genere The Hurt Locker o Master&Commander sono caldamente sconsigliati al pubblico femminile e Sex and the City non passerebbe il test.
Sarà un modo efficace per smontare gli stereotipi?
Contro la discriminazione sessuale arriva pure l’idea di un grande magazzino inglese, Mark&Spencer. Via i giocattoli armaioli che incitano i bimbi alla guerra e via le pentoline e i trucchi per le bimbe. Da adesso in poi negli scaffali ci saranno soltanto giocattoli unisex. Vinceremo in questo modo le ingiustizie nei confronti del corpo, della mente di una donna?
La presidente della Camera si rallegrò per “la scelta moderna e civile” della Rai di non mandare in onda Miss Italia. Quasi che la sfilata di ragazze dai lunghi capelli siano vittime di un desiderio cavernicolo e incivile, guidato dagli infami istinti maschili. E se invece ognuna avesse una sua testa, una sua volontà?
In fatto di donne, Chiara Geloni, la direttrice (in uscita) di You Dem, la tv del Pd, chiede bruscamente conto alla nuova responsabile del lavoro (Marianna Madia) nella segreteria Renzi di spiegare lo spostamento da un’area all’altra del Partito Democratico. Fino a quella del sindaco di Firenze. Costernazione. Una donna questiona con un’altra donna? Questa è roba politicamente scorretta. Ventisei parlamentari (vicine all’area renziana) solidarizzano con la nuova responsabile del lavoro contro la giornalista (di fede bersaniana).
Veramente strano. Le ventisei paiono non sapere che il mondo è cambiato e le donne hanno da qualche tempo riconquistato la parola.
Se però nel Pd vi pungesse vaghezza di verificare quante dirigenti politiche sono lì ad affermarsi in autonomia, con la propria singolarità, temo che vi sarà presentato innanzitutto il loro biglietto da visita di: veltroniana, dalemiana, franceschiniana. Tanto, possono sempre contare sull’intervento delle ventisei “guardie rosa”. Il guaio è che le non dalemiane o renziane o bersaniane, di fronte a simili schieramenti così poco “moderni” hanno una strana sensazione: aiuto! Sto diventando misogina anch’io?