Si torna a discutere di violenza sulle donne e di femminicidi. Un appello di SNOQ invita a firmare e a mobilitarsi. Ma per gli uomini può essere sufficiente mettere una firma, parteciipare a una manifestazione? Pubblichiamo una lettera aperta di Fulvia Bandoli agli uomiini del suo partito (Sel), ma che potrebbe essere indirizzata a tutti i maschi. Segnaliamo inoltre gli interventi di Lea Melandri sul settimanale Gli Altri e sul blog la 27sima Ora (Contro la violenza alle donne le firme non bastano) e di Luisa Muraro (ripreso da Marina Terragni sul suo blog: Da dove nasce l’odio maschile per le donne, in cui tra l’altro si critica un articolo di Massimo Recalcati apparso su Repubblica con il titolo Quel maschio fragile che non accetta limiti. Ci sembra interessante anche il Rap composto e messo in rete da Mirko Kiave, rapper cosentino.
Lettera aperta a tutti gli uomini del mio partito
Se ne parla tanto sulla Rete, lo leggiamo sui giornali e la tv ce ne da notizia, anche se nei mezzi di informazione spesso l’uccisione di una donna da parte del suo compagno viene presentata come il gesto disperato di un uomo abbandonato, un dramma della gelosia. Promuoviamo iniziative come l’ultima dei giovani e delle giovani di Tilt molto apprezzabile e repentina. Altre e altri sono in questi giorni alle prese con l’ennesima raccolta di firme contro la violenza sulle donne e il femminicidio , sono già 130.000, ed io penso che tra poco assisteremo ad un’altra Manifestazione di moltissime donne e anche di diversi uomini. E sarà solo l’ultima di una lunga serie che da decenni si svolgono nel nostro paese su questo tema. Alcune Associazioni hanno scritto al Presidente della Repubblica. Ma sull’efficacia di queste pratiche nutro dubbi seri, perché una firma non si nega a nessuno su un dramma tanto forte, salvo poi tornare il giorno dopo sui giornali e nelle tv a ripetere le stesse parole, quelle parole che non raccontano nulla del perché una donna che liberamente sceglie di mettere fine ad una storia d’amore debba pagare prezzi altissimi e tante, troppe volte, con la sua vita, quelle parole che tacciono soprattutto sul perché tanti , troppi uomini ,decidano di uccidere una donna che con la sua scelta fa un gesto di liberta’. Io so da tempo che la libertà femminile, grazie a molte lotte e al pensiero femminista, è venuta al mondo ma sono attonita di fronte al fatto che solo pochissimi uomini ne abbiano preso coscienza o atto. Alcuni anni fa un gruppo di donne promosse una manifestazione che aveva come titolo “Usciamo dal silenzio” e io mi stupii perché mi pareva guardando la storia del movimento femminile e femminista che le donne non avessero mai smesso di parlare. Sono convinta che ad uscire dal silenzio secolare nel quale si nascondono debbano piuttosto essere gli uomini, e non lo si fa sicuramente affiancandosi alle donne e alle loro manifestazioni. Ci vuole altro ed è di questo altro che vorrei parlarvi brevemente. Alcuni o molti di voi scrivono spesso sulle morti sul lavoro, promuovono dibattiti e si interessano alle leggi che potrebbero meglio tutelare la sicurezza dei lavoratori. Sulla violenza verso le donne le leggi ci sono, dunque non credo ne servano altre. Magari servirebbe non togliere i fondi ai Centri antiviolenza attivi in tante città ( cosa che invece viene fatta anche da questo governo e da vari Comuni e Regioni) e che non si occupano solo di assistere le vittime della violenza ma anche di lavorare nelle scuole con i bambini e i ragazzi perchè cresca in loro un solido rispetto della libertà femminile e il riconoscimento pieno della differenza sessuale. Ma solo questo non può bastare. Se è vero che non tutti gli uomini sono violenti con le donne è altrettanto vero che sono sempre uomini quelli che uccidono un numero sempre più grande di donne. Dunque sono gli uomini che devono uscire dal silenzio, e voi che siete impegnati a diverso titolo e a vari livelli in partito della Sinistra forse dovreste farlo per primi.
Parlarvi e parlare con altri uomini, affrontare nelle vostre relazioni personali e politiche il tema, e farlo pubblicamente in Convegni da voi organizzati, perché comincino a diventare patrimonio di tutti i vostri pensieri. Dire che non bisogna usare violenza alle donne non basta, mai frase fu più generica quando i numeri ci dicono che quella violenza sta crescendo. E io aspetto da voi, non solo dalle e dagli esperti, parole di verità, un guardarsi dentro , una sorta di processo di autocoscienza che forse le donne hanno compiuto e che voi non avete ancora iniziato. So che non è facile cominciare a parlare pubblicamente della propria sessualità, ma vi assicuro che é possibile, migliaia di donne l’hanno fatto in questo ultimo secolo, senza imbarazzo, quando si è trattato di spiegarvi la loro sessualità, o quando hanno affrontato l’ interruzione della gravidanza o la procreazione assistita. Dunque potete farlo anche voi se solo voleste. Le grandi manifestazioni possono anche servire ( a parte il fatto che io stavolta mi aspetterei, se viene fatta, una manifestazione di soli uomini con le donne sui marciapiedi per una volta a vedervi sfilare….come scrisse alcuni anni fa Saramago in un suo pezzo memorabile) ma io credo serva di più un lavoro meticoloso, continuo che gli uomini dovrebbero fare su loro stessi, sulla loro cultura, sulla loro relazione con il proprio corpo e con quello delle donne e su quel senso malinteso di proprietà che nega alla radice qualsiasi principio di libertà. Non posso essere io a suggerirvi le forme, per essere autenticamente vostre dovrebbero nascere da voi. Se è il simbolico una dimensione importantissima della vita e della sua rappresentazione, e io lo credo, allora è abbastanza facile capire che anche sul simbolico potreste lavorare molto. Io ho l’ingenuita’ di pensare che se sempre più uomini ( e non solo piccoli gruppi di uomini come è stato finora) facessero della lotta alla violenza sulle donne un loro tratto distintivo, fondativo della loro vita sessuale , della politica, della cultura e delle relazioni personali qualcosa si muoverebbe. Certo in questo percorso perdereste diverse cose, una certa immunità e lo status di maschi che non devono chiedere mai e anche alcuni poteri , simboli e luoghi comuni vecchi quanto è vecchio il genere umano. Ma guadagnereste anche cose nuove. E le guadagnerebbe la società e con essa la politica, l’informazione, la cultura del nostro paese. E noi donne forse potremmo cominciare a vivere più tranquillamente la conquista faticosa della nostra libertà. Alcune donne che frequento pensano sia inutile rivolgersi agli uomini, cercare di sgretolare il muro dietro il quale vi nascondete da vari secoli. E forse hanno ragione. Io idealista come sono penso sempre che tutto sia possibile: chiedere la luna, camminare su Marte, e anche che gli uomini imparino la loro differenza , accettino la loro limitatezza, rinuncino alla loro onnipotenza.
Fulvia Bandoli