CONCLAVE – Film di Edward Berger. Con Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Lucian Msamati, Brían F. O’Byrne, Carlos Diehz, Merab Ninidze, Thomas Loibl, Sergio Castellitto, Isabella Rossellini, USA e UK 2024. Fotografia di Stéfane Fontaine e musiche di Volker Bertelmann, sceneggiatura di Peter Straughan.
Non tutti i cardinali vogliono diventare papa. Questo fatto lo aveva narrato già Nanni Moretti nel 2011 con il suo “Habemus papam” dove il neoeletto Michel Piccoli, in preda ad un attacco di panico, prendeva la fuga per evitare il carico gravoso di diventare il Sommo Pontefice. Lo sostiene anche Edward Berger nel suo “Conclave” basato sul romanzo omonimo di Robert Harris del 2016. Nel film “Conclave” sono almeno in due i cardinali papabili che vorrebbero fare altro nella loro vita.
Dopo la improvvisa morte per un attacco di cuore del compianto ed amato papa Gregorio XVII, il Cardinale decano Thomas Lawrence (interpretato superbamente da Ralph Fiennes) è incaricato di dirigere il delicato compito dell’elezione di un nuovo pontefice.
Quattro sono le opzioni possibili: lo statunitense di origine italiana Aldo Bellini (interpretato da Stanley Tucci), liberale in linea con le idee del defunto Papa, il canadese Joseph Tremblay (interpretato da John Lihtgow), conservatore tradizionale, il nigeriano Joshua Adeyemi (interpretato Lucian Msamati), conservatore sociale, e l’italiano Goffredo Tedesco (interpretato da Sergio Castellitto), tradizionalista reazionario. Anche lo stesso decano potrebbe essere eletto nonostante avesse già espresso il suo desiderio di lasciare Roma subito dopo il Conclave.
All’ultimo minuto si aggiunge un nuovo cardinale: arriva da Kabul Vincent Benitez, un messicano nominato in pectore da papa Gregorio XVII.
Senza entrare nel dettaglio dei racconti si può affermare che una serie di intrighi, complotti e comportamenti immorali tra i candidati verranno svelati agli occhi del cardinale Lawrence che diventerà sempre più dubbioso sulla scelta da farsi nel votare il prossimo papa.
Il sesto scrutinio viene disturbato dagli effetti collaterali dell’esplosione di una bomba che danneggia parzialmente la Cappella Sistina, uccide e ferisce varie persone a Roma e scatena l’ira del cardinal Tedesco il quale si rivela intollerante e si scaglia contro gli islamisti e i liberali, chiedendo una guerra di religione.
L’intervento di Benitez che sostiene che la violenza non dovrebbe essere affrontata con la violenza, avendo lui vissuto in varie zone di guerra nel mondo, fa girare a suo favore il settimo scrutinio. Qualche colpo di scena in più mostrerà il lato pacifista e progressista di una parte dei porporati facendoci sperare nell’evoluzione e in un migliore futuro della Chiesa.
Il film è necessariamente claustrofobico, descrive i lenti rituali quasi in tempo reale. Il regista Edward Berger, noto soprattutto per il film premio Oscar “Niente di nuovo sul fronte Occidentale” del 2022, è girato prevalentemente a Roma negli Studi di Cinecittà dove sono state ricostruite molte ambientazioni, e nella Reggia di Caserta le cui sale, per alcuni giorni di riprese cinematografiche, sono state gli ambienti metafisici delle scene in Vaticano di cui molte immagini (Stéfane Fontaine) di grande impatto.
Il film è stato presentato in anteprima mondiale nell’agosto scorso al Telluride Film Festival. Accolto positivamente dalla critica, ha vinto il Golden Globe 2025 per la miglior sceneggiatura. Così lo sceneggiatore Peter Straughan ha risposto ad alcune critiche proprio durante la premiazione dei Golden Globe: «Non penso che il film sia anti-cattolico. Io stesso sono stato cresciuto come cattolico, ho fatto anche il chierichetto. […] Penso che il messaggio del film sia che la Chiesa dovrebbe ritrovare la sua funzione spirituale, perché ha a che fare con troppo potere. Queste sono sempre state cose molto difficili da bilanciare».