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In una parola / “Non c’è più religione” a questo mondo

17 Gennaio 2025
di Alberto Leiss

Massimo Cacciari

Pubblicato sul manifesto il 14 gennaio 2025 –

Siamo tutti un po’ ipnotizzati dalla figura di Elon Musk, il primo compare di Trump. Con dietro il suo esercito di indispensabili satelliti a bassa quota, di automobili senza pilota, a volte dotate di mitragliatrice sul tettuccio, di utili aggeggi magici da ficcarci nel cervello, e la sua ammirata simpatia per le donne di estrema destra.
«Metti i Musk al comando! Questo sembra il segno dell’epoca in cui già siamo entrati», scriveva ieri sulla Stampa Massimo Cacciari. La figura di questo oligarca occidentale super ricco simboleggia «la potenza della Tecnica», non a caso scritta con la maiuscola, poiché questo organismo fatto di economia, finanza, scienza, innovazione ecc. non è più sentito da tempo come qualcosa che può rispondere ai nostri bisogni ma come «Autorità sovrana» (altra maiuscola significativa) che i nostri bisogni «li produce e li detta». Una Tecnica che «domina il dover essere dell’umanità e ne è diventata, in tutta evidenza, la nuova religione».
Non trascurabili reminiscenze heideggeriane. Solo un altro e diverso Dio ci potrà salvare?
Suggestioni che risuonano con altre letture. L’idea, centrale nel saggio di Emmanuel Todd (che in molte e molti stiamo compulsando) La sconfitta dell’Occidente (Fazi 2024): il sistema di paesi di cui facciamo parte è mal ridotto per il fallimento della religione protestante che ha alimentato per secoli forza e grandezza, senso di sè. Aggiungerei che anche il cattolicesimo non se la passa bene, nonostante gli sforzi quotidiani – spesso sembrano mossi da consapevole disperazione – del Papa che si è chiamato Francesco. (Lo stesso Cacciari, in altro articolo, ha denunciato la profonda “scristianizzazione” delle nostre società attraversate da razzismi, egoismi, violenze brutali).
Ma questa ansia verso l’assenza, o malefica presenza, di un Dio l’ho trovata anche nel singolare racconto di un giovane venticinquenne alla sua prima prova letteraria. Mi è stato regalato I miei stupidi intenti (Bernardo Zannoni, Sellerio 2021), pluripremiato racconto della vita della faina Archy, animale che tende all’umano e che impara da una volpe usuraia a leggere e scrivere mischiando biografia criminale e misticismi di radice ebraica. È una storia di animali maschi che ritrovano se stessi nell’estasi del combattimento, della violenza predatrice, e nella ricerca dell’universale, e di animali femmine che amano soprattutto per riprodurci.
Un ritratto straniante ma coinvolgente di ciò che stiamo vivendo?
Archy non è soddisfatto del suo rapporto con Dio. Ma quanto abbiamo comunque bisogno di Lui? O di un suo qualche sostituto?
Cacciari conclude il suo articolo con le critiche – non proprio nuove – a una sinistra che si è illusa di poter svolgere il ruolo di “buon conservatore” rendendo “dolce” un passaggio d’epoca in sé “irreversibile e traumatico”. Pensando più a astratti “diritti umani” che alla concretezza delle persone e classi più danneggiate dal cambiamento.
Il politico-filosofo suggerisce la rappresentazione di un «segno evidente di contraddizione» contro il «comando della Macchina» che può essere ispirato dalla «prepotente istanza di libertà che dalla stessa scienza proviene». Ma, raccomanda, «senza utopismi»! Puntando alla distribuzione equa della ricchezza e a «creare le condizioni di una federazione tra popoli e nazioni oltre ogni delirio egemonico».
Non è poco per chi viene da una storia riformista. E comunque, dico dal poco del mio dilettantismo, meglio evocare Kant piuttosto che Heidegger.
Temo non basti per riempire di qualcos’altro un mondo in cui, come esclama il motto popolare di fronte ai disastri materiali e morali, “non c’è più religione”.

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