“E la festa continua!” è un film un pò malinconico e nostalgico che rispecchia la storia di una generazione in lotta, ormai cresciuta. I figli ne hanno ereditato l’impegno civile ma hanno differenti modalità d’intervento nel sociale. È un film corale che può ricordare quelli di Ken Loach, ma in modo più garbato e con meno violenza: c’è sempre un filo di speranza e un sorriso nei film di Guédiguian.
“E la festa continua!” narra le vicende di una famiglia cosiddetta “allargata” i cui membri si sono riuniti con uno scopo politico: commemorare pacificamente un evento tragico del 5 novembre del 2018 quando crollarono due palazzi in rue d’Aubagne, in pieno centro storico, creando otto vittime. Le cause naturalmente non sono mai state appurate: difetti di progettazione o di costruzione, mancanza di manutenzione o altro?
Rosa (interpretata dalla onnipresente Ariane Ascaride, musa e moglie del regista) è rimasta vedova molto giovane e ha tirato su da sola due figli di cui Minas è medico (interpretato da Grégoire Leprince-Ringuet) che ha già a sua volta due figli, ma invece vorrebbe partire per aiutare i combattenti armeni (cacciati nel 2023 dal Nagorno Karabakh). L’altro, Sarkis (interpretato da Robinson Stévenin) è in procinto di sposarsi con Alice (interpretata da Lola Naymark) e gestisce il bar di famiglia. Rosa ha anche un fratello single, Tonio (interpretato da Gérad Meylan) comunista e un po’ donnaiolo. Lei è un po’ l’anima del quartiere popolare della vecchia Marsiglia e dispensa il suo impegno tra la famiglia numerosa, il lavoro di infermiera in Ospedale, e la militanza politica a favore dei più deboli.
Mancano pochi mesi alla sua pensione e siamo alla vigilia di un’elezione comunale, le sue illusioni cominciano a vacillare dato il disamore crescente per la politica della classe proletaria, più concentrata sul proprio tornaconto che sui valori di giustizia sociale.
Incontra Henri (interpretato da Jean-Pierre Darroussin, un altro attore-feticcio di Guédiguian), il padre di Alice, sua futura nuora, con un animo poetico e un po’ sognatore che è venuto nella “città focese” (ipoteticamente fondata da marinai greci originari di Focea), appositamente per stare con la figlia, nel tentativo di recuperare un rapporto con lei, troppo trascurato negli anni. In tal modo nasce, tra Rosa e Henri, una relazione affettiva che fa riscoprire anche il piacere del sesso.
Tonio parlando con Henri in un primo incontro descrive la propria città come una specie di luogo idilliaco: «Allora le piace Marsiglia? Non piove mai. Qui sono tutti di sinistra. Niente borghesi, fascisti o razzisti… Solo gente perbene!».
Come scriveva lo scrittore marsigliese Jean-Claude Izzo: «Eravamo diventati adulti. Disillusi e cinici. Un po’ amari, anche. Non avevamo niente. Nessun futuro. Solo la vita. Ma la vita senza futuro è meno di niente». Così Rosa riacquista vitalità, sostenuta anche da Henri, e si rende conto che non è mai troppo tardi per cercare di realizzare i propri sogni.
Marsiglia è diventata negli ultimi vent’anni una vasta città post-industriale, cui hanno contribuito vari architetti di fama internazionale. In “Gloria Mundi” del 2019 Robert Guédiguian ci aveva fatto apprezzare le enormi modifiche dell’assetto urbano, i lavori dell’Euro-Méditerranée iniziati nel 1995 e ampliati nel 2005, la Torre di Zaha Adid della compagnia francese di trasporto CMA CGM, la Torre “La Marseillaise” di Jean Nouvel, e i nuovi musei e auditorium. In “E la festa continua!” il regista mostra un paesaggio urbano non tanto architettonico, quanto quello abitato e vissuto dagli operai e dalla piccola borghesia, e quello naturale – come mostrano le finestre sul mare della casa di Rosa – e il porto vissuto dai vari personaggi.
Il regista Guédiguian – come la famiglia rappresentata nel film – è di origine armena e spesso lo menziona nei suoi film. Qui lo testimonia anche attraverso la splendida musica delle canzoni di Charles Aznavour.