POVERE CREATURE! – Film di Yorgos Lanthimos. Con Emma Stone, William Dafoe, Mark Ruffalo, Ramy Youssef, Hanna Schygulla, Suzy Bemba, USA Irlanda UK 2023. Musiche di Jerskin Fendrix, fotografia di Robbie Ryan.
“Poor Things”, il titolo originale è un film tratto dal romanzo dello scrittore scozzese Alasdair Gray da cui Tony Mc Namara ha tratto la sceneggiatura. Infatti la ubicazione principale della vicenda avrebbe dovuto essere Glasgow e non Londra. Il contesto è ottocentesco vittoriano e gotico, con innesti liberty in architettura, ed è un pò steam-punk; infatti, spesso si definiscono steampunk fantasy le opere di genere fantastico che combinino la magia con la tecnologia del vapore o l’ingegneria meccanica. La affascinante scenografia è molto ben studiata da James Price, Shona Heath e Zsuzsa Mihalek. Una curiosità: la pellicola è stata interamente girata in Ungheria e per le riprese sono stati utilizzati numerosi teatri di posa a Budapest, dove sono stati ricostruiti i vari set e le diverse città.
Siamo abituati a vedere “cose strane” nei film di Lanthimos: il senso dello humour, il grottesco e il dettaglio disturbante, sono tutti elementi del suo linguaggio. Ne “La favorita” del 2018 (quando Olivia Colman vinse l’Oscar come migliore attrice) l’eccesso era evidente: il sesso nelle sue variegate coniugazioni, il fasto, il capriccio, l’intrigo, ne “Il sacrificio del cervo sacro” del 2017 la diversità creava revanche esasperate, ma anche nei primi film come “Dogtooth” del 2009, dove i figli venivano tenuti sempre in casa, lontani dal mondo, da un padre-padrone che prendeva tutte le decisioni per loro. In “The Lobster” del 2015, ambientato in un futuro distopico, era di fondamentale importanza l’appartenenza a un gruppo claustrofobico con regole precise di comportamento mentre i “solitari” erano i reietti della società e vivevano nei boschi.
“Povere Creature”, ultima pellicola del cinquantenne regista greco, ha già vinto il Leone d’oro alla LXXX Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia e due Golden globe (miglior film commedia e migliore attrice in film commedia) e ha ben undici candidature per gli Oscar 2024. Emma Stone è una bravissima Bella Baxter e ha un compito difficile di interpretare una specie di donna-mostro ricreata e riportata in vita dopo un incidente dallo scienziato Godwin Baxter (interpretato da William Dafoe), che le ha ricucito la testa inserendoci il cervello del figlio: una sorta di Frankenstein al femminile senza le connotazioni di violenza. Così William Dafoe commenta la prestazione di Emma Stone: «Emma fa una performance meravigliosa ed è il centro di tutto il film. Lei ha un rapporto speciale con Yorgos, è diventata un po’ la sua musa. Non fa la diva, è flessibile oltre che di grandissimo talento» e Lanthimos ha aggiunto, «…crea un mondo molto solido, sta a te entrarci, poi ti guarda e quando ti corregge lo fa stuzzicandoti, con un po’ di humour. È stato un set molto felice».
Bella Baxter cresce velocemente, apprende in fretta, è curiosa di tutto, non si spiega i comportamenti formali anche se nel giro di pochi mesi riesce ad assimilarsi. E poi a un certo punto scopre il sesso, come inesauribile fonte di piacere (una sorta di Justine?) non possedendo alcuna sovrastruttura morale o religiosa che possano contenere o reprimere la sua smodata ricerca. Fugge da Londra dove lo scienziato – facente funzione di padre- e Max Candless (interpretato da Ramy Youssef), suo futuro promesso sposo e assistente dello scienziato, la scrutano continuamente, la osservano accuratamente, ma più come risultato scientifico che come essere umano, in altre parole la controllano rigidamente. Fugge con Duncan Webberburn (interpretato da Mark Ruffalo) un avvocato dissoluto e dongiovanni impenitente, amante della bella vita, dei viaggi in tutto il mondo, delle crociere dove si beve e si gioca a carte. Lei anela la libertà, conosce nuove persone come Marta (interpretata da Hanna Schygulla) e Harry (interpretato da Jerrod Carmichel) che la introducono alla filosofia (all’aspetto filosofico letterario tra illuminismo e romanticismo gotico, a Voltaire, a Verne e così via), inizia a leggere, vuole sapere di più del mondo, della cultura, ma vuole conoscere anche le cose peggiori della vita. Duncan finirà per innamorarsi di lei, cambia completamente, diventerà geloso e petulante e cercherà di allontanarla dai suoi nuovi amici in modo possessivo.
Senza voler raccontare la trama di più, si può dire che alla fine Bella imparerà a costruirsi una sua strada autonoma verso la libertà, anche con sofferenza e fatica.
Insomma, in “Povere creature!” gli uomini non ci fanno certo una bella figura, mentre le donne che Bella incontra sono tutte piuttosto interessanti dalla saggia Marta, a Toinette (interpretata da Suzy Bemba) sua collega di bordello. Un film denso, carico, che meriterebbe esser visto una seconda volta per disvelare meglio le varie citazioni e rivelarne ulteriori livelli di lettura.