La premier Giorgia Meloni, prima di ripartire dagli Usa e separarsi dal molto osannato (sulla stampa italiana) incontro con il presidente democratico Biden, ha concesso a Fox News, destrissimo canale televisivo fondato da Murdoch, un’intervista nella quale, riferendosi alla sinistra ha spiegato che “perde perché insegue utopie”.
Sarà dunque un sogno, un’astrazione, la proposta delle opposizioni di un salario minimo di nove euro lordi, alzando la retribuzione indecentemente bassa di tanti lavoratori (tre milioni e mezzo percepiscono molto meno)?
Nel frattempo, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, nella sua personale interpretazione (La Stampa di lunedì 31 luglio) della sospensione del Reddito di Cittadinanza a circa 169.000 famiglie residenti soprattutto nel sud d’Italia, in testa per numero di sussidi, alla domanda (di Francesco Olivo) “Cosa dite a chi perde l’assegno?” ha risposto: “L’importante è il cambio di filosofia” (e non dell’assegno), pensata come “vitalizio per ottenere voti”. Colpire i poveri e il Mezzogiorno, oppure colpire il Mezzogiorno di poveri?
Comunque, il “cambio di filosofia” ovvero la sospensione del RdC, annunciata da un sms dell’Inps congegnato in modo tanto stringato quanto incomprensibile, ha provocato l’affollarsi davanti alle sedi di varie municipalità e dell’Inps, di quanti e quante da adesso perlomeno fino a settembre non si sa come vivranno. Intanto, la maggioranza accusa l’opposizione e i sindacati di soffiare sul fuoco.
Contemporaneamente, l’opposizione (Pd in primis) viene rimbrottata per non aver saputo proporre un diverso Stato sociale (Adolfo Scotto di Luzio sul Mattino del 30 luglio: “Il Reddito di cittadinanza è la soluzione che viene fuori quando la politica non è più capace di pensare in modo adeguato il problema dello Stato del benessere”); per la troppo flebile protesta di fronte allo spoils system, dalla Rai al Centro sperimentale di cinematografia, operato dal centrodestra (Concita De Gregorio su la Repubblica del 30 luglio: “Ma magari ci fosse la famosa egemonia culturale della sinistra”); per il poco coraggio dell’opposizione laddove si votava la proposta di legge della maggioranza di definire la gestazione per altri reato universale.
Sul poco coraggio dell’opposizione: mercoledì scorso Elly Schlein, segretaria del Pd (e come lei Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle) era assente nel giorno della votazione alla Camera (Chiara Saraceno su la Repubblica del 28 luglio: “L’effetto simbolico e comunicativo di questa approvazione e del modo in cui è avvenuta, nella frammentazione e persino assenza – il Pd – dell’opposizione, a fronte dell’adesione compatta della maggioranza non va sottovalutato”).
Critiche. Alcune non sbagliate, altre a capocchia.
Certo, sulla Gpa, era scontata la vittoria della maggioranza. Quanto alla segretaria del Partito democratico aveva detto di essere “personalmente” favorevole alla Gpa. Dunque, l’assenza di Elly Schlein si può interpretare come la sua volontà di non scalfire l’immagine di unità del Pd.
Ma nella società tante cose sono cambiate; non solo il modo di intendere “il sol dell’avvenire” e la classe operaia. Anche la famiglia e il rapporto genitori-figli non sono più quelli di una volta. Vabbé, alla maggioranza non piace questo scenario dell’epoca che stiamo attraversando e che si porta dietro il cambiamento prodotto dalle donne, di cui sono un risultato pur contradditorio la stessa Giorgia Meloni e Elly Schlein, oltre all’intersezionalità, il decostruzionismo, le identità non fisse, non binarie ma in trasformazione.
Tuttavia, bisognerà pure che qualcuno nomini in Parlamento ciò di cui si discute fuori dal palazzo. Va bene che non c’è mobilitazione sociale ma questo non significa che sia calato un armonioso silenzio.