BREAKING THE ICE – Film di Clara Stern. Con Alina Schaller, Judith Altenberger, Tobias Resch, Pia Hierzegger, Wolfgang Böck, Austria 2022. Fotografia di Johannes Hoss, musica di Benedikt Palier.
Nei giardini del Forum Austriaco di Cultura in Roma, si sta concludendo la rassegna del cinema contemporaneo austriaco. Come penultimo film è stata proiettata un’opera coraggiosa di Clara Stern, regista nata a Vienna nel 1987. Stern è un’allieva di Michael Haneke e “Breaking the Ice” è il suo primo lungometraggio. Un tema che interessa la regista è quello di scavare nei propri desideri – come non ricordare “La Pianista” di Haneke del 2001 interpretato magistralmente da Isabelle Hupert – e quello di riconoscere la propria identità di genere, così come aveva mostrato anche nel suo precedente cortometraggio “Mathias” del 2017.
Presentato in anteprima nel programma Viewpoints del Tribeca – il film ci fa guardare al mondo dell’hockey su ghiaccio femminile e competitivo, dove la ventenne protagonista, Mira (interpretata da Alina Schaller) è la capitana dei Dragons di Klagenfurt. Questa cittadina di circa 100.000 abitanti, sulla sponda orientale del lago Wörthersee, è il capoluogo della Carinzia, provincia dell’Austria meridionale. Lo sport dell’hockey su ghiaccio è inserito in modo suggestivo in questa storia di formazione; da un lato lo spirito di squadra e dall’altra, la carica di aggressività e competitività di questo sport, sembrerebbero assorbire tutte le energie della protagonista che si trova a vivere in una situazione familiare schiacciante alla quale non riesce a ribellarsi.
Mira lavora con la madre nella industria vinicola di famiglia che non è nel suo periodo migliore: il nonno fa parecchi errori (ad esempio sbaglia le etichette sulle bottiglie di vino) ed è ormai sulla via della demenza. Il fratello Paul (interpretato da Tobias Resch) che è sempre stato un burlone stravagante è scappato via di casa e si è reso latitante dopo aver subito un fatale incidente in auto che ha provocato la morte della nonna. Mira ha addosso varie responsabilità che assolve con rigido senso del dovere e in modo eccessivamente duro con se stessa.
Arriva nella squadra Theresa (interpretata da Judith Alternerger), una giocatrice molto diversa di carattere da Mira, e quasi contemporaneamente si rifà vivo Paul nelle sue scorribande notturne che coinvolgono Mira e Theresa.
Mira è più fragile e si lascia coinvolgere dal fratello: beve troppo, arriva tardi agli allenamenti e comincia a giocare male. Viene, naturalmente, retrocessa dal ruolo di capitano. Ma forse tutti questi “scossoni” la aiuteranno finalmente a ritrovare se stessa, a lasciarsi andare e a non aver più paura degli affetti.
Così dichiara Clara Stern in una intervista: “Mi piacciono i film in cui le storie e i personaggi si svelano poco a poco, rivelando gradualmente i loro mondi, con tutti i loro difetti, desideri e sfaccettature”, e così ha proseguito: “Come tutti noi, Mira, la protagonista di Breaking the Ice, è una giocatrice professionista ed è capo della squadra delle Dragons ma non ha solo una cosa di cui occuparsi… Affronta tutte le sfide della quotidianità imponendosi di essere dura con se stessa, di mostrarsi disciplinata e di non concedersi alcuna emozione. Mira non ha un mondo proprio ma non sente nemmeno il peso della solitudine perché è troppo impegnata a essere all’altezza delle aspettative degli altri”.
Ho due riserve nei confronti di questo film: il primo è che lo svelamento di cui parla la regista è eccessivamente lento, ma più di tutti è il rammarico che non si vede affatto la città, a parte qualche flash del vigneto, i protagonisti sembrerebbero vivere in una periferia qualsiasi di qualche paesino montano o campagnolo dove non succede nulla, non ci sono svaghi che non siano bere al pub, e si nota solo una grande assenza di socializzazione.