AS BESTAS – LA TERRA DELLA DISCORDIA – Film di Rodrigo Sorogoyen. Con Marina Foïs, Denis Ménochet, Luis Zahera, Diego Anido, Marie Colomb, Luisa Merelas, José Manuel Fernàndez Y Blanco, Francia, Spagna 2022 ‧
Arrivati alla fine del film verrebbe da rimpiangere la tanto vituperata violenza metropolitana! Noi “animali urbani” abbiamo probabilmente un concetto troppo arcadico della campagna! Immaginiamo delle libertà romantiche, senza capire fino in fondo la difficoltà del vivere in quelle terre.
Rodrigo Sorogoyen (1953) confeziona un film ruvido, piuttosto duro, dove non c’è bisogno di indulgere su scene violente perché la violenza la si respira nell’aria, nelle immagini, nei volti: in quello scavatissimo di Xan (interpretato da Luis Zahera), in quello grasso di Antoine (interpretato da Denis Ménochet), in quello rugoso di Olga (una bravissima Marina Foïs).
Siamo in Galizia e viene raccontata una vicenda tratta da una storia vera che vede al centro il mondo rurale con i suoi lati peggiori.
L’immagine-incipit mostra tre uomini che domano un cavallo a mani libere con la pura forza fisica. Questo fa già capire come sia un film “maschile” di supremazia e di potere.
“As Bestas – La terra della discordia” inizia con un unico piano sequenza a camera fissa di 10 minuti di dialogo nel bar della zona: inizia una sfida con una serie di insulti.
Quello che viene fuori è la diffidenza verso l’estraneo, si capisce che c’è in atto una battaglia di classe, che esiste una forte xenofobia ed è presente l’avidità per i guadagni facili. È vero che la vita dei contadini e dei pastori è una vita dura, il cui successo dipende dalle intemperie, e varia con le malattie e le disgrazie in modo esponenziale.
I due fratelli Xan e Loren, vivono con la vecchia madre, non hanno avuto neanche modo di trovare una moglie alla tenera età di 50 e 45 anni. Quando una coppia di francesi arriva a vivere lì (vogliono forse mettere su un agroturismo?) li cominciano a osservare come fossero alieni, a vessarli, a invidiarli, alla fine a odiarli. Si credono superiori perché così disse Napoleone? I due francesi sono educati, istruiti e gentili: hanno cose che i fratelli non possiedono, hanno fatto una scelta di vita che loro hanno subito e non hanno mai avuto modo e forza di contestare. Insomma sono stranieri, cosa vogliono lì?
Per peggiorare le cose, una compagnia di pale eoliche vuole piazzarne alcune in quei territori ma Antoine e Olga sono contrari e non firmano il contratto. Le Pale eoliche sono per loro una scelta sbagliata, sfregiano il territorio. Preoccupa la superficialità con cui si dà per scontato che questa sia una strada obbligata, senza nemmeno considerarne né costi ambientali ed economici né le alternative. I fratelli galiziani vedono solo facili guadagni sfumare per questa ostinata resistenza che non capiscono né vogliono capire.
Alcuni critici azzardano un paragone tra “As Bestas – La terra della discordia” e “Il Cane di Paglia” del 1971. A mio avviso la storia non è simile perché si sviluppa in modo diverso. Lì ad esempio c’è un’escalation di violenze viste e raccontate. Qui c’è il senso della fatica del lavoro mentre lì mi sembra di ricordare fosse assente. Lì c’è una coppia mal assortita dall’inizio, qui ci sono moglie e marito innamorati e con una grande condivisione di desideri. Qui sembra che vincano le donne, la loro non violenza e il loro senso di giustizia, di amore e di libertà. Gli uomini sono troppo competitori e primitivi. Molto bella è la scena dove Olga va dalla vecchia madre dei fratelli offrendole aiuto e solidarietà, una volta che sarà rimasta sola.
Presentato a Cannes lo scorso anno e distribuito in Italia solamente al cinema, in Spagna ai Premi Goya (le più importanti onorificenze del cinema spagnolo) ha ottenuto ben nove riconoscimenti, tra cui Miglior Film. Rodrigo Sorogoyen stesso ha vinto il premio di miglior regista, mentre il premio al miglior attore protagonista è andato al francese Denis Ménochet, il non protagonista a Luis Zahera e la migliore sceneggiatura originale scritta da Rodrigo Sorogoyen e Isabel Peña; il miglior sonoro ad Aitor Berenguer, Fabiola Ordoyo e Yasmina Praderas, As Bestas; la miglior fotografia ad Álex de Pablo, il miglior montaggio ad Alberto del Campo.
Un vero peccato è che l’interpretazione di Marina Foïs, che mi è sembrata eccezionale non sia stata premiata, ma sia andata a un’altra eccezionale concorrente spagnola.