THE FABELMANS – Film di Steven Spielberg. Con Gabriel LaBelle, Paul Dano, Michelle Williams, Jud Hirsh, Seth Rogen, David Lynch, Julia Butters, Sam Rechner, Oakes Fegley, Mateo Zoryon Francis-DeFord, USA 2022. Musiche John Williams.
Era da molto tempo che non vedevo un film così piacevole. Nonostante la lunghezza di due ore e mezzo non mi sono annoiata neanche un attimo. Ogni immagine è un piacere dell’occhio.
Sceneggiato dallo stesso regista con Tony Kushner (hanno scritto insieme “Munich e Lincoln”) e fotografato magnificamente da Janusz Kaminsky, storico fotografo del regista, il film ricrea perfettamente l’atmosfera degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, con discrezione e senza eccessi.
La pellicola semi-autobiografica è un omaggio del regista ai genitori, ma è anche una lode al cinema tout court.
Le primissime scene che spiegano la nascita di una ossessione di Sammy (Steven Spielberg bambino) che si trasformerà in una vera e propria passione.
Nel gennaio del 1952 i Fabelmans portano il figlio al cinema a vedere “Il Più Grande Spettacolo del Mondo” di Cecil DeMille dove una sequenza ricorda il cortometraggio dei fratelli Lumière del 1896 “L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat”. Quest’ultimo fu il primo film ad essere proiettato pubblicamente in un caffè parigino, diventando un horror involontario: infatti, si narra che, al comparire del treno, gli spettatori terrorizzati si sarebbero dati alla fuga.
Il treno che vede il piccolo Sammy al cinema prenderà in pieno un’automobile e questa sarà la scena che diventerà il suo incubo ricorrente. E come nel film, Spielberg girò realmente la sua prima pellicola in casa con la 8mm.
Ma vediamo come è composta la famiglia Fabelmans/Spielberg: il padre Burt (interpretato dal bravo Paul Dano) è un ingegnere del New Jersey che nel 1957, per una promozione aziendale, si trasferisce con Mitzy (la bravissima Michelle Williams), la moglie, le tre figlie femmine e Sammy a Phoenix, in Arizona, portandosi dietro anche l’amico di famiglia Bennie, considerato dai bambini una sorta di zio.
Burt è un uomo buono che, se anche è molto preso dal lavoro, ama immensamente sua moglie e passa del tempo assieme ai figli. Mitzy è una pianista molto talentuosa, adora la musica, ma ha rinunciato alla sua carriera per occuparsi dei figli. Le tre sorelle di Sammy nel film sono appena tratteggiate, quasi un universo a parte, si capisce che forse solo con una Sammy riusciva un po’ a comunicare.
La famiglia sembra essere unitissima ed è una classica famiglia ebrea della suburbia americana: rispettano Hannukkah, si scambiano i regali, vanno al campeggio e così via.
Sammy organizza riprese con gli amici, già utilizza effetti speciali ingegnosi e passa ore nel montaggio della pellicola. La nonna materna muore e i Fabelmans ricevono la visita inaspettata dello zio Boris (uno strepitoso Jud Hirsh), fratello circense della nonna. Questa senza dubbio, è la figura più interessante della famiglia; Boris è molto divertente, usa parecchie parole in yiddish e (vedetelo in originale per favore!) ha quel classico accento ebraico di un immigrato di prima generazione. Boris rappresenta il mondo dell’arte e il cinema fa parte di quel mondo: trasmette a Sammy tutto l’entusiasmo e la voglia di vivere per l’arte.
Tutto fila liscio fino a quando Burt riceverà una splendida proposta di lavoro alla IBM di Los Angeles. Nel frattempo Sammy, montando un filmato delle vacanze della famiglia in campeggio, si accorge attraverso l’ingrandimento di alcune scene (ricordate “Blow up” di Michelangiolo Antonioni?), di una tresca amorosa tra la madre e lo “zio” Bennie.
Lì inizia la disgregazione famigliare: il trasferimento in California, il distacco di Mitzy da Bernie, il dover ricominciare tutto da capo: scuola casa, amici…Senza dimenticare che siamo arrivati all’adolescenza, che molti asseriscono sia da considerare più una malattia che un’età!
Sammy fatica a integrarsi nella nuova scuola e alcuni suoi compagni lo prendono di mira con insulti antisemiti. Ciononostante riuscirà ad avere anche la sua prima fidanzata che però è una fervente cristiana e dopo il diploma lo lascerà perché non ha intenzione di avere un legame impegnativo. Quindi è la fine di tutto: i genitori si separano perché Mitzy senza Bennie non può vivere e torna da lui a Phoenix.
Due anni dopo padre e figlio vivono insieme in un appartamento a Hollywood e Sammy, stufo del college, cercherà lavoro negli studios. Il film si chiude con un fugace incontro tra Sammy e uno scorbutico John Ford (interpretato da David Lynch), dal quale riceverà, malgré lui, ulteriori stimoli.
Il film ha una splendida colonna sonora curata da John Williams (le ha quasi curate tutte nei film di Spielberg), che alterna brani di musica classica al pianoforte a musiche dell’epoca. Il film ha già vinto il Golden Globe come miglior film drammatico e come migliore regia ed è candidato agli Oscar 2023 con sette nominations: miglior film, regia, attrice, colonna sonora, attore non protagonista (Jud Hirsh), scenografia e sceneggiatura.