UN ANNO, UNA NOTTE – Film di Isaki Lacuesta. Con Noémie Merlant, Nahuel Pérez Biscayart, Quim Gutiérrez, Alba Guilera, Natalia de Molina, C. Tangana, Blanca Apilánez, Bruno Todeschini, Sophie Broustal. Spagna 2022. Musica di Raül Fernandez Mirò, fotografia di Irina Lubtchansky.
Il film “Un año, una noche” racconta la difficoltà del superamento, in una coppia di giovani, di un trauma: la strage del Bataclan del 13 novembre 2015 a Parigi, dove furono uccise 130 persone, per lo più giovani.
Il film è tratto da una storia vera scritta dal protagonista Ramón González, che l’ha raccontata in un libro dal titolo Pace, amore e Death Metal. Anche il produttore del film Ramón Campos, era a Parigi proprio quella notte. La sceneggiatura è scritta dallo stesso regista catalano Isaki Lacuesta, insieme a Isa Campo e Fran Arajo.
Ma vediamo di che si tratta.
La francese Céline e lo spagnolo Ramon, interpretati dai bravissimi Noémie Merlant e Nahuel Pérez Biscayart, erano andati ad ascoltare – insieme ai loro amici storici Carlos e Lucie interpretati da Quim Gutiérrez e Alba Gilera – un concerto degli Eagles of Death Metal, la notte del 13 novembre. Miracolosamente, sono usciti fisicamente indenni dalla strage di quella notte.
Nei mesi successivi Ramon – che lavora come informatico in una società (ma ama anche suonare la chitarra) – lascia il lavoro. È sempre in preda al cosiddetto stress post-traumatico, non riesce a dimenticare alcun dettaglio degli orrori che ha visto, l’espressione morente del volto di colui che ballava vicino a lui: tutto ciò gli provoca dei tremendi attacchi di panico se solo cerca di uscire di casa. Si rivolge a una terapeuta cognitivo-comportamentale che lo consiglia di scrivere tutti i ricordi che lo ossessionano.
Céline, che a sua volta di mestiere fa la psicologa, si fa carico della gestione della casa e anche dell’accudimento psichico e fisico del compagno. Lei sembrerebbe aver superato il trauma (l’ha rimosso?), non ne vuole parlare mai, e sembra che il suo lavoro l’abbia aiutata ad avere un certo distacco nei confronti delle paure e del dolore.
Ramon privo del lavoro, man mano che il tempo passa, diventa sempre più richiedente nei confronti della compagna. Nel suo posto lavoro Céline ha contatto con giovani immigrati con difficoltà relazionali, comincia a farsi coinvolgere emotivamente, perdendo quel distacco professionale richiesto, fino a crollare. Comincia a ricercare una sua autonomia, qualcuno che non sappia nulla di lei e del suo trauma, che si accontenti di un rapporto fisico assente di parole. E non è difficile trovare uomini disponibili….
Dopo mesi la coppia innamorata e “fusionale” inizia a incrinarsi, a cedere, lei recrimina, si dichiara stufa del narcisismo di lui e arriveranno a separarsi. Ma non è così per molte coppie claustrofobiche, senza bisogno di subire uno stress da trauma di quella portata?
Il regista ha molto del cinema Nouvelle Vague; gira riprendendo dettagli, frammenti di vita, rimontati non in ordine cronologico. Inframezza i flashback della strage con brani di vita vissuta che vanno rimontati come in un puzzle. Immagini realistiche di come è stata vissuta la vicenda mischiati a scene di vita quotidiana. Parigi la si di vede dalle finestre dell’appartamento di 60mq dove vivono Ramon e Céline: le mani si incrociano, lui ha il bisogno tattile di appigliarsi al corpo di lei (come i neonati con le mamme), i letti sono eternamente disfatti, il frigo è sempre pieno di birre e di bottiglie di vino….Ramon scrive perché si vuole attaccare ai ricordi, ai sogni, ed essendo sopravvissuto sente il dovere della memoria e ha paura del ricordo che sfugge.
La macchina da presa è sempre addosso a uno dei due protagonisti, spesso le teste non sono intere e minima è la profondità di campo. Le scene degli attacchi di panico sono molto suggestive e trasmettono ansia, specie a chi ben conosce questo sintomo.
Molto della riuscita del film è dovuto all’intesa tra i due attori principali e “Un año, una noche” è basato tutto sui loro cenni d’intesa, sulla sintonia dei loro corpi, sui disagi e ravvicinamenti. Sembra inoltre che i rispettivi monologhi interiori s’incrocino continuamente. Riusciranno mai a ritrovare una serenità individuale e di coppia dopo questo tragico evento?
“Un año, una noche” ha vinto il premio della giuria alla Berlinale del 2022. Noémie Merlant l’abbiamo vista e apprezzata nel film “Ritratto della giovane in fiamme” di Céline Sciamma del 2019 che, a parte le scene sulle scogliere, è tutto girato nell’interno della casa dove le donne, per definizione, sono destinate a vivere. Un film di sole donne, mentre gli uomini sono fuori, di là, da un’altra parte.
Nahuel Pérez Biscayart, invece, è stato l’ottimo protagonista in “120 battiti al minuto” di Robin Campillo del 2017, una sorta di docu-film, su ciò che sono state le battaglie degli ACT UP-Paris, un’associazione di attivisti nata all’interno della comunità gay per difendere i diritti dei malati di Aids