BELFAST – Film di Kenneth Branagh. Con Jud Hill, Caitriona Balfe, Jamie Dornan, Judy Dench, Ciaran Hinds, Colin Morgan, Gran Bretagna 2021.
Belfast 1969 vista con gli occhi di Buddy, un bambino di 9 anni, alter-ego del regista. Così il regista ricorda la sua infanzia durante gli anni dei Troubles – tutta in bianco e nero – prima del trasferimento in Inghilterra. Kenneth Charles Branagh, infatti, è nato da genitori protestanti della classe operaia e cresciuto nel quartiere di Tigers Bay negli anni ’60.
Il padre di Buddy (interpretato dall’esordiente Jud Hill), William (interpretato da Jamie Dornan), fa l’idraulico e ha un lavoro in Inghilterra. Buddy ha un fratello maggiore Will e sta spesso con i nonni paterni, Granny e Pop (interpretati da Ciaran Hinds e da Judy Dench) che lo aiuta a fare gli esercizi di matematica e gli dà suggerimenti utili su come comportarsi con le ragazze.
Durante le rivolte dell’agosto 1969, un gruppo di lealisti dell’Uster (protestanti unionisti, cioè legati al Regno Unito), attacca le case e le attività dei cattolici nella strada dove vive Buddy. Gli abitanti allestiscono una barricata per prevenire ulteriori conflitti e suo padre torna a Belfast dall’Inghilterra per controllare la situazione della famiglia.
L’attivista Billy Clanton (interpretato da Colin Morgan), fa pressione sul padre di Buddy per un suo coinvolgimento nella causa contro i cattolici separatisti, che lui evita più volte. William sogna di emigrare a Sydney o a Vancouver, una prospettiva non condivisa affatto dalla moglie (interpretata da Caitriona Balfe) che non vuole lasciare Belfast dove sono cresciuti entrambi e dove tutti conoscono tutti.
Buddy si innamora della sua compagna di classe (cattolica), ma contemporaneamente è costretto a compiere piccoli furti da Moira, un’amichetta più grande che fa parte di una gang, riuscendo comunque a ottenere il perdono della madre.
Nel frattempo, la famiglia tenta di ripagare i debiti accumulati, specialmente quelli per le tasse. A un certo punto la situazione politica degenera e Buddy e sua madre finiscono coinvolti in un attentato. Si concretizza la possibilità di lasciare Belfast: al padre viene offerta una promozione e un alloggio in Inghilterra, e questa volta non potranno rifiutare, data la situazione di pericolo.
In “Belfast” è sempre sottolineato il protagonista: o guarda dietro una finestra o ascolta, non visto, vicino alla scala, spuntando sempre ai margini dell’inquadratura quando non è inquadrato in un primo piano. Non solo, spesso il punto di vista è dal basso, presumibilmente ad altezza di bambino.
Buddy ama il cinema e guarda “Un milione di anni fa” di Don Chaffey del 1966 con Rachel Welch, e “Citty Citty Bang Bang” sceneggiato da Roald Dahl e Ken Hugges del 1968 ed entrambi i film, tutto insieme, diventano a colori nell’esperienza dello spettatore. Buddy guarda anche quelli alla televisione, dove si vedono degli spezzoni di classici western come “Mezzogiorno di fuoco” del 1952, con Gary Cooper e Grace Kelly e “L’uomo che uccise Liberty Valance” del 1962 con James Stewart e John Wayne. In tutti e due è descritta una figura di anti-eroe nel quale Buddy rivede suo padre contrapposto a Bill Clanton – nome non scelto a caso essendo stato il pistolero statunitense che morì nella famosa sparatoria all’O.K. Corral del 1881.
Il film inizia e finisce con le inquadrature di Haris Zambarloukos della Belfast (a colori) di oggi: dal Castello di Cavehill Country Park, ai quartieri della Cattedrale e al Museo del Titanic in cui sono ricostruiti ambienti e storie appartenuti alla nave e a chi vi si trovava durante quel viaggio fatidico, e realizzato nel vecchio cantiere dove fu costruito il famoso Transatlantico. La forma dell’edificio, concepito dall’architetto Eric Kuhne, è composta da quattro strutture che rievocano lo scafo di una nave.
Splendida è la musica di Van Morrison presente con otto suoi classici, un inedito e brevi parti strumentali.
Alcuni critici cinematografici hanno rilevato che il film è un po’ troppo didascalico, ciononostante io trovo che “Belfast”, nonostante sia un film drammatico, sia anche divertente e tenero al punto giusto. Gli attori sono bravissimi, specialmente i nonni. L’unico mio dubbio è come fanno ad essere tutti così belli, anche questo fa parte della visione del bambino di 9 anni?
Il film ha già ottenuto un Golden Globe per la migliore sceneggiatura e ricevuto sette candidature agli Oscar 2022: miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura originale, migliori attori non protagonisti Ciaran Hinds e Judy Dench, miglior suono, miglior canzone originale per Down To Joy.