Pubblichiamo il Manifesto delle/dei 121 «vecchie e vecchi» riluttanti/e.
17 aprile 2020 – APPELLO pubblicato sul giornale on line francese Mediapart.
Invitate da Sonia Combe, Régine Robin e Dominique Vidal, 121 persone di età
superiore ai 60 anni hanno firmato il seguente Manifesto, nel quale si dichiarano
«refrattarie» ad una proroga del confinamento discriminatorio nei confronti di
«vecchie e vecchi». Link al testo francese.
Il presidente della Repubblica ha annunciato che il deconfinamento, previsto per l’11
maggio, sarà graduale. Prima i bambini, affinché i loro genitori possano andare a
lavorare. In seguito – fino a quando non lo sappiamo – i «vecchi».
Condannati al confinamento senza data? Come i lebbrosi dei tempi antichi?
A che età inizia questa categoria? (Brigitte Macron ne farà parte?) Ma si capisce: gli
anziani sono i pensionati, gli improduttivi. Questi dovrebbero rassegnarsi, anche se in
salute, a deprimersi a casa loro.E se non sono in buona salute, ad aspettare la
morte…. a casa loro, o nelle case di riposo, per non ingombrare gli ospedali.
Ei «vecchi» che lavorano ancora grazie al prolungamento dell’età pensionabile, che
integrano la loro miserabile pensione per avere di che sopravvivere, che aiutano
finanziariamente o praticamente i loro figli adulti o che animano a centinaia di
migliaia le associazioni, l’ultimo tessuto vivo della nostra società?
Avendo deciso un confinamento in condizioni quasi disumane, per mancanza di maschere, di test, di gel, di guanti e di letti d’ospedale dotati di respiratori, che sarebbero bastati a controllare la pandemia annunciata, questo governo intende far ricadere la responsabilità della sua incompetenza criminale sulla società e, quando questa non ne può più (come l’economia produttivistica, regola d’oro della governance Macron e di altri prima), sui «vecchi», l’anello più debole – così pensa questa gente. Forse perché sa che anche dopo non ci saranno abbastanza maschere, test e guanti per tutti.
Hanno riflettuto su che cosa ciò significhi sul piano etico una «selezione» alla quale
si oppone la maggior parte dei medici e del personale sanitario impegnata a salvare
quante più vite possibili in condizioni estreme?
L’umanità è forse giunta al termine del processo di civiltà per abbandonarsi all’«agismo», al razzismo «anti-vecchi» e, perché no, al genocidio (soft) degli anziani? Andremo a fondare
la «società del dopo» a partire da questa misura liberticida e palesemente anticostituzionale?
Se Emmanuel Macron conferma che, nonostante il deconfinamento annunciato per l’11 maggio, gli «anziani» dovranno restare confinati, noi, le/ i sottoscritte/i e le/i riluttanti/e, dichiariamo che l’11 maggio anche noi usciremo. E, come cantava Boris Vian, «avvertite i gendarmi che non avremo armi e che potranno sparare».