Nel volo che lo riportava a Roma, papa Bergoglio ha parlato di figli. E del ruolo che spetta ai loro genitori.
Tornava dalle Filippine, paese dove ogni donna in media ha più di tre figli; dove i padri sono per la gran parte dei missing, poco propensi a occuparsi della loro prole.
Sulla contraccezione è stato sfumato e ci è tornato in seguito. D’altronde, la Chiesa proibisce i metodi artificiali di controllo delle nascite (così nell’enciclica di Paolo VI, Humanae Vitae, pubblicata nel 1968) ma, secondo i sondaggi, la maggioranza dei filippini, pur profondamente credente, ritiene che la crescita enorme della popolazione sia una delle cause della povertà di quel Paese.
Opinione “semplicistica” ha detto il Papa. Il problema della povertà non sono le famiglie numerose bensì la cultura dello scarto nella quale viviamo. “Un sistema economico che esclude, esclude sempre: i bambini, gli anziani, i giovani, senza lavoro…”.
Dunque, una dura presa di posizione (non per la prima volta) del vicario di Cristo contro il neo-liberismo. E contro la denatalità delle società occidentali (in Spagna e in Italia il numero delle nascite non si sposta dall’1 per cento). Denatalità che risente del “neo-maltusianesimo universale” e di una strategia che impone politiche di controllo delle nascite nei paesi poveri in cambio di aiuti finanziari.
I cattolici devono sì “fare figli, ma non come conigli”. E’ seguita l’invocazione a una “paternità responsabile” giacché l’uomo non può disinteressarsi di ciò che avviene dopo l’incontro con una donna. Perché l’uomo deve assumersi degli obblighi, dei doveri. Questo non dovrebbero dimenticarlo i lodatori delle famiglie numerose e quanti, sottilmente, tessono “l’apologia del coniglio” (Aldo Maria Valli sul Foglio del 22 gennaio). Anche alla donna che aspetta l’ottavo figlio dopo sette cesarei il pontefice ha rivolto un rimprovero: “Dio ti da i mezzi, sii responsabile”. Dunque la scelta sta a te, alla tua parola, al tuo desiderio. E che nessuno invochi la religione per decidere sul numero di figli da avere. O da non avere.
In fondo, in quel volo che lo riportava da Manila a Roma, papa Francesco ha fatto capire che la sessualità non è un impeto anarchico, ma una forma di relazione nella quale si gioca la differenza dei sessi.
O sono io che ci leggo una ragionevolezza assente di questi tempi in troppi discorsi maschili?