“Metamorfosi. Narrazione intorno all’Aesthetica”, mostra fino al 24 maggio –
Da domenica 4 maggio fino al 24 dello stesso mese lo spazio “Studio Ricerca e Documentazione” in Via Poerio 16/B ospita le “Metamorfosi” di Andrea Lanini, complessa “narrazione intorno all’Aesthetica”.
La mostra consiste in un percorso, suddiviso in tre passaggi, che è la narrazione di una favola colta. Si parte da un’opera posta sul marciapiede davanti alla Galleria/studio – un albero in cartone – per entrare in un memoriale interno dove trova posto anche la proiezione di un video e si può ricevere un Quaderno/Libro d’Artista, che contiene alcune tavolette in formato A5 con raffigurata la storia della pianta.
Tale racconto/percorso è molto denso di significati; cerchiamo di sbrogliare la matassa che Lanini si è divertito a mettere insieme. Facilmente si afferma che questo evento coinvolge la compresenza di media che possono essere definiti, in termini tradizionali, scultura, pittura, objects trouvés, video, materiali cartacei scritti e disegnati, oggi si direbbe materiali ipertestuali. Una riflessione sull’arte, una serie di ammiccamenti alla storia in modo più o meno esplicito, un’affermazione del ruolo della memoria dalle simbologie agli archetipi mitologici.
In bilico tra avanguardia e tradizione, tra sperimentazione e manierismo, Andrea Lanini ricuce i frammenti, quasi un blob, di parti diverse della nostra cultura visiva. Il memoriale deriva, infatti, dai gabinetti dipinti del primo Cinquecento di Antonio Allegri detto il Correggio e Girolamo Francesco Maria Mazzola detto il Parmigianino – precursori della pittura illusionistica – con temi laici spesso desunti dalla mitologia.
Chissà quanto i nomi di donna giochino un ruolo nelle scelte di Lanini?
Danae (tela a olio, capolavoro del Correggio) è Anna – Anna Cochetti è la proprietaria della galleria/studio e storica dell’arte – e Isabella d’Este, marchesa di Mantova, ha lo stesso nome di Isabella Nicchiarelli compagna di una vita di Andrea che lo ha sempre spronato e supportato in tutte le sue performances.
In linea con i tanti interventi “urbani” elaborati in passato, Andrea inserisce il suo albero di Ignatia Aestaetica sopra il tronco sezionato di un albero del quartiere: finzione e realtà, essere e apparire, sono tutti elementi complementari del fare artistico. Agli “accadimenti urbani” Andrea Lanini si è dedicato, a partire dai primi anni ’80, creando delle installazioni e realizzando interventi nel tessuto urbano, che andava a posizionare in luoghi nascosti e poco visibili oppure in spazi molto frequentati dove la percezione è facilmente distratta, così afferma: «Per anni ho realizzato oggetti quasi invisibili che andavo a sistemare di notte per le strade di Roma. Mi piaceva che qualcuno si accorgesse casualmente di loro, senza il bisogno di un comunicato stampa» – che la dice lunga sul carattere riservato dell’autore.
La fiaba laniniana vuole che questa pianta sia originaria dell’Isola di Bensalem, appartenente alla famiglia delle loganiacee importata in Europa in “uno dei tanti Medioevi del passato”. Lanini racconta che furono alcuni cacciatori di idropoti, detti anche “cervi acquatici cinesi”, a intuirne le prodigiose qualità allorchè si recarono nell’isola di Bensalem in sogno, dopo “una abbondante bevuta di Pernod in una bettola di Nanterre, in compagnia del pugile dadaista Arthur Cravan”.
Ecco che nel blob appare anche un’epoca fondamentale per la costruzione artistica dell’autore: l’inizio del Novecento nelle sue declinazioni Dadaista e Surrealista. Nel racconto si presume che Artur Cravan, imbarcatosi sul piccolo battello nel porto di Saint Malo, una volta a Ceylon, lasci il gruppo d’idropoti con la pianta, nell’intento di raggiungere il suo grande amore la poetessa Mina Loy in Argentina. Cravan scomparirà nell’Oceano Atlantico e molte persone ritengono che ciò abbia a che fare con le proprietà del misterioso vegetale. Infatti, la lgnatia Aesthetica può portare “alla distruzione chi la coltiva, ma c’è chi sostiene che… essa possa anche guarire da molte gravi malattie e che perciò bisogna saperla prendere”.
Le visionarie narrazioni del Quaderno/Libro di Artista “trovano speculare rimando nelle archetipiche metamorfosi cui dà corpo il Video, dove, assumendo la strategia del rovesciamento, si mette in scena all’inverso la mitologica fabula del Cervo/Atteone” recita il comunicato stampa.
All’interno della “camera picta” sono gelosamente custodite in bustine di cellophane foglie d’ignatia con reperti d’artista di tante epoche diverse: tanto per avere un’idea da Lorenzo Ghiberti (naturalmente ubicato sopra una porta quale riferimento ironico a quelle del Duomo e del Battistero di Firenze) ad alcuni membri scomparsi dello studio Sottsass – quasi un omaggio alla formazione di architettura che ogni tanto riaffiora in Andrea Lanini.