Lunedì 19 maggio è stato presentato a Roma, nella sala Zuccari del Senato, il libro di Franca Chiaromonte e Antonia Tomassini Il Parlamento non è un pranzo di gala (Rubettino). Con le autrici ne hanno discusso Anna Maria Carloni, Emanuele Macaluso, Luigi Compagna e Luigi Zanda.
Pubblichiamo qui la recensione che ne ha scritto Nicoletta Tiliacos sul Foglio.
In epoca di sciatta antipolitica a uso e consumo di ignavi e di indignati in servizio permanente effettivo, fa bene all’umore leggere una testimonianza come questa scritta a due voci da Franca Chiaromonte e Antonia Tomassini. Il libro racconta come la passione per la politica (perfino per la bistrattata politica nelle istituzioni) può trarre nuovi motivi di forza dal confronto con difficoltà di ogni tipo, anche esistenziale. Quella passione è ciò che unisce le autrici, protagoniste di un’amicizia che si tempra nel “fare” insieme. Ed è rivendicata da entrambe, sia pure con gli accenti diversi legati alle differenze – mai separanti ed escludenti – di esperienze e convinzioni. La prima, nata nel 1957, è femminista e giornalista. Per tre legislature ha fatto parte della Camera dei deputati, nel Pds e poi nel Pd, prima di essere eletta nel 2008 al Senato, ed è stata protagonista dell’esperienza di “Emily”, “una vicenda elettorale al femminile – spiega nel libro – che abbiamo sperimentato in Campania con altre coraggiose compagne. Una lista arrivata a prendere il due per cento alle provinciali, ma che ha subìto il violento boicottaggio di tutti gli uomini politici del centrosinistra, eccetto Antonio Bassolino e Massimo D’Alema”. Antonia Tomassini, classe 1973, è ricercatrice di Storia moderna e, racconta lei stessa, il femminismo lo ha guardato con umori altalenanti, più di diffidenza che di partecipazione. Antonia, che ne era già amica, diventa collaboratrice e voce di Franca dopo “l’incidente” che colpì quest’ultima l’11 settembre del 2004. “Il Parlamento non è un pranzo di gala” è il racconto di quell’esperienza unica, una prima assoluta nelle istituzioni rappresentative italiane ed europee. L’incidente che ha colpito Franca Chiaromonte (“un camion, un treno? Non l’avevo visto arrivare; non avevo sentito nessun rumore, eppure sono rimasta schiacciata”) è una trombosi che la lascia, dopo lunghe cure e timori per la sua vita, con difficoltà di parola, di movimento, di scrittura. Ma è sempre lei: l’intelligenza intatta, la voglia di fare, il talento per le relazioni, l’arguzia, l’ironia che si rivela anche nella cronaca della malattia e della riabilitazione fatta in questo libro. Il ritorno alla Camera, tuttavia, non può non provocare in lei una grande frustrazione, per il fatto di non poter più padroneggiare come prima la comunicazione. La dura scuola della “dipendenza necessaria dagli altri” diventa però meno dura, quando prende corpo il progetto di farsi affiancare da Antonia come assistente. Franca Chiaromonte entra nella commissione Sanità del Senato: l’ha scelta lei, dopo molti anni passati alla Cultura, perché le sembra il posto più appropriato per esercitare la sua nuova “competenza”. E ad Antonia sarà consentito eccezionalmente di assistere con Franca (di cui diventa la voce) ai lavori della commissione senatoriale, a cui per regolamento possono partecipare solo gli eletti e nessun altro. Si snoda così questo racconto di anni intensi, di battaglie fatte insieme per amore e talvolta per forza (come quella per il ripristino dell’immunità parlamentare, voluto e proposto da Franca ma non condiviso fino in fondo da Antonia). Un “rapporto di lavoro e di cura”, il loro, che il presidente Giorgio Napolitano, nella lettera che apre il libro, definisce un’occasione per superare “una visione datata del ruolo delle persone diversamente abili nella vita sociale, politica e istituzionale”. Il libro di Franca Chiaromonte e Antonia Tomassini sarà presentato a Roma lunedì prossimo, 19 maggio, alle 17, presso la sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, al Senato. Con le autrici ci saranno anche, coordinati da Antonio Polito, Emanuele Macaluso, Luigi Compagna, Luigi Zanda e Anna Maria Carloni.
Nicoletta Tiliacos