In grazia di Dio di Edoardo Winspeare –
Edoardo Winspeare è un regista coraggioso. Del cinema come produzione standardizzata e commerciale non ne vuole sapere. Ma neppure è di quei creatori introversi, che fanno film per pochi estimatori radicali. Dopo “Sangue vivo” e “Il miracolo” (oltre che un periodo di dedizione alla musica e uno per difendere il paesaggio), arriva ora “In grazia di Dio”, storia di una famiglia – quattro donne di differenti generazioni – di fronte alla crisi.
Nonna, madre, sorella della madre, figlia: tutte cocciute e tutte dignitose tanto che di loro si è parlato come di un esempio di matriarcato. Non saprei. Nelle difficoltà dell’esistenza, i sentimenti faticano a esprimersi e le relazioni si induriscono. Tuttavia, il legame resta. Irrinunciabile.
Chiusa la piccola fabbrica di maglieria, inseguite dalle ingiunzioni di Equitalia, circondate da uomini che non sanno dove sbattere la testa, le quattro sono costrette a abbandonare la città. Si rifugiano in campagna.
E’ lotta per la sopravvivenza, la loro. Senza luce elettrica nella masseria diroccata; tirando avanti con il baratto in quell’uliveto disteso sul mare, limitato dai muri a secco.
C’è la terra rossiccia del Salento e la pietra di Tricase ma non assistiamo a un idillio agricolo-pastorale: il ritorno all’antico è il modo nuovo di reggere le difficoltà. Un modo moderno di prendersi cura una dell’altra delle quattro protagoniste. Nonostante gli scontri, le ribellioni, le fughe; nonostante ognuna difenda i propri desideri.
Se protagoniste del film sono le donne, non potremmo immaginarle lontane dal Salento e dal dialetto (“la lingua materna”) salentino che fa da sfondo a una vicenda arcaica e insieme metropolitana.
Non sono attrici professioniste la nonna (Salvatrice), la madre (Adele), la sorella di Adele (Maria Concetta), la figlia (Ina). Nella vita Adele è Celeste Casciaro, moglie del regista. Ina è Laura Licchetta, estetista e truccatrice, figlia di Celeste; Salvatrice è Anna Boccadamo, cuoca alla mensa di un’azienda di scarpe; la sorella di Adele, Maria Concetta è Barbara De Matteis, barista con passione per la recitazione.
“In grazia di Dio” è stato definito un film ecologico a impatto zero. Infatti, ai produttori si sono aggiunte decine di sponsor che hanno dato un contributo con i loro prodotti. Una risposta, anche questa, alla crisi. Come “la felicità che si identifica con semplicità” (definizione del regista)? Non so se la formula funzionerebbe per contrastare la crisi, ma è l’idea di Winspeare e la sua idea di cinema. D’altronde, il cinema italiano difficilmente sa mostrare dei caratteri femminili così liberi. Così avvinghiati alla vita.