di Bia Sarasini
1. Lo stigma della puttana, che altro è dire che i politici sono delle troie? Uno stigma circolare, che colpisce tutte le donne. Non c’è nessuna, mamma, figlia, sorella, per non dire di suore o sante che non possano essere colpite.
Lo sappiamo tutte.
Uno stigma che sancisce e fonda il dominio sulle donne.
Mi sapete dire perché la prostituzione, – quando è libera, uno scambio contrattato di una prestazione sessuale con denaro – quando è schiavismo è nient’altro che schiavismo – deve essere la metafora universale della corruzione, dell’abominio morale?
È lo stigma della puttana. Il marchio del sessismo.
Che faccia parte del linguaggio comune non meraviglia.
Lo sappiamo tutte.
Uno stigma che sancisce e fonda il dominio sulle donne.
Mi sapete dire perché la prostituzione, – quando è libera, uno scambio contrattato di una prestazione sessuale con denaro – quando è schiavismo è nient’altro che schiavismo – deve essere la metafora universale della corruzione, dell’abominio morale?
È lo stigma della puttana. Il marchio del sessismo.
Che faccia parte del linguaggio comune non meraviglia.
2. L’effetto dirompente del sessismo -italiano – negli spazi istituzionali. Ipocrisia? Non c’è dubbio che se Battiato (ahimè, amato Battiato) avesse parlato da cittadino semplice, non da assessore per di più nella sede del Parlamento Europeo, l’effetto sarebbe stato diverso. Molti dicono che ha solo detto cose che tutti pensano. Perché prendersela con lui? I luoghi e i tempi sono essenziali, in certi momenti. Nell’epoca delle tricoteuses. Di teste che rotolano, e di chi le guarda rotolare con gusto. Il cambiamento travolge, e non si sa che direzione prende.
3. Padri puttanieri, sentenzia Beppe Grillo contro i partiti, in special modo Bersani, che ha creduto nell’arte della parola scambiata. Non ha pensato a quanto poco credibile è diventata nel tempo. A proposito dello stigma, il cerchio si chiude. Se i padri, gli uomini non hanno più autorità, è per via dell’uso di quei corpi di donne che ritengono – tutti e sempre – a loro disposizione. Perlomeno a parole. Un motivo per guardare con sospetto e distanza questa furia iconoclasta, che nella voglia di distruggere affonda nell’antico patriarcale. Questioni di eredità?