Abbiamo posti di potere e non ce ne siamo accorte. Togliamo ai ricchi per dare ai ricchi e neppure ne dibattiamo nei nostri pur numerosi gruppi, forum, chat e riviste. Però Berlusconi – e va detto molti con lui – quando vogliono offendere usano la parola femminista. Dunque non entro nel merito delle battute dell’ex premier dette ieri sera a Lilli Gruber nel corso di “Otto e mezzo” su La7 (la sentenza che stabilisce quanto debba corrispondere alla ex moglie Veronica Lario), quanto piuttosto all’uso vetero di una immagine di signora pelosa e baffuta che ci ha messo più di trent’anno ma ha raggiunto il potere. E lo usa così indiscriminatamente da stabilire per il nemico un esborso esoso attaccandolo sul fronte privato, familiare e favorendo una donna invece che lui, emblema del maschio latino. Chissà se le toghe femministe decideranno di vendicarsi e abbattere la scure anche nella sentenza del processo Rubygate, schierandosi per le sex workers? Dovremo aspettare per quello.
Va detto allo stesso tempo che lo spazio mediatico e l’enfatizzazione data alla vicenda del denaro dovuto da Berlusconi alla sua ex moglie ha fornito un’altra arma nelle mani del secondo, e chissà quanti uomini si saranno identificati nel poveretto vessato costretto a sborsare quattrini, sovrapponendo incautamente gossip, risentimento, tigri facili da cavalcare, misoginie di vario tipo.
Nel frattempo le toghe femministe chiuderanno gli occhi sulle ronde antistupro e i picchetti alle aziende che hanno solo manager uomini a favore delle loro compagne di strada…..
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