Merci / Desideri

produrre e consumare tra pubblico e privato

2011, uomini (nudi) e calendari

13 Dicembre 2010
Pubblicato l'8 dicembre su "Europa"
di Franca Fossati

Lui è nudo, ben oliato e abbandonato su un letto di cellophan dai riflessi argentati, carta da regalo natalizio. Capelli scuri, un po’ di barba, capo reclinato, gambe aperte. E a coprire il pube una confezione di Bang, Marc Jacobs, nuova fragranza per uomo, che sembra un’incudine. Il modello, palestrato come da manuale, appare languido . E passivo, fa notare Mary sul sito comunicazionedigenere.wordpress.com.. Lo potete trovare in questi giorni su tutti i periodici patinati, messaggio che sembra rivolto più agli uomini (gay) che alle donne.
Come d’altra parte le foto di Baptiste Giabiconi, indossatore prediletto di Karl Lagerfeld, “ritratto in tutto il suo splendore con indosso solo una conchiglia d’argento”, sul nuovo Calendario Pirelli (Repubblica, 1 dicembre). Quest’anno infatti sul celebre calendario insieme alle bellezze femminili, per l’occasione svestite come personaggi mitologici, ci sono anche “cinque ragazzi da urlo (delle signore presenti in sala) coperti solo da una coppetta d’oro nei loro attributi molto terreni” (Il Giornale, 1 dicembre). E Bacco è circondato, ovviamente, da due baccanti che sembrano renderlo virile solo per il fatto di desiderarlo.
Non è la prima volta dell’ “uomo oggetto” in pubblicità (basti pensare alle réclame delle mutande maschili targate Kalvin Klein o Dolce & Gabbana), ma nei tempi che viviamo questi corpi inerti di uomini offerti impudicamente agli sguardi sembrano certificare un’impotenza che non riguarda solo le prestazioni sessuali.
L’altra faccia del Bunga Bunga? O forse quella vera.
“Il guaio non è tanto che gli uomini siano le nuove donne: è che non hanno strumenti per affrontare questa condizione” scrive Guia Soncini su D, la Repubblica delle donne. E quindi si arrabattono tra modelli identitari già sconfitti (ma non meno pericolosi) e il nuovo che ancora non c’è.
Una soluzione “di transizione” sembra averla trovata Oliviero Toscani, almeno in materia di calendari. Niente uomini nudi e nemmeno tette e cosce di donne. Bensì “dodici triangoli pubici, bruni, biondi, rossi e castani, boschetti spettinati e autentici, seriali ma differenti” che “invitano –scrive Cinzia Leone su Il Riformista (5 dicembre)- a desumere il temperamento delle ignote proprietarie, portatrici sane del senso profondo della vita, racchiuso in quel soffice triangolo da cui tutti veniamo e a cui si finisce per ritornare”.
Il trionfo della “passera” per esorcizzarne il timore? L’omaggio di un uomo alla differenza femminile? O più semplicemente una furbesca provocazione per mascherare lo spaesamento?

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