Non si può continuare a lavorare tutte fino alla stessa età senza considerare il tipo di lavoro che si svolge, la vita che si fa, e senza pensare al futuro di tante giovani donne.
Si può, invece, impostare un sistema pensionistico che contempli la libertà di scelta: andare in pensione tra una soglia minima di età e una massima, in modo da conciliare condizioni di lavoro (innanzitutto quelle con mansioni usuranti) ed esigenze personali.
Flessibilità valsa in molte occasioni di ristrutturazione in settori privati e pubblici per ammortizzare i costi sociali e andare incontro alle convenienze dello Stato e delle aziende.
Quando si calcolano gli anni di lavoro femminile due più due fa cinque. Dati Eurostat e Commissione Europea (2006-2007) attestano che in media le donne italiane lavorano 60 ore la settimana: sono in Europa quelle che lavorano di piu’. Sulla somma incide la quantità di lavoro svolto fuori casa che resta maschile nei modi e nei tempi e la mole di impegni di lavoro prestati gratuitamente dalle donne. Questo lavoro gratuito che gli indicatori economici non rilevano tiene in piedi la società la quale, però,restituisce alle donne assai poco rispetto a quanto da loro riceve.
E’ una differenza che nessuno può cancellare entro una finta parità.
Una differenza che sollecita una trasformazione profonda per tutti: libertà di scelta, riconoscimento sociale del lavoro di cura e sua redistribuzione tra donne e uomini, efficiente rete di servizi pubblici e nuovi modi di lavorare.
Un’altra civiltà.
Certo, le donne hanno fatto straordinari passi avanti: oggi più di ieri decidono di sé, della propria sessualità e maternità, hanno più denaro e lavoro retribuito, sono presenti ovunque. Ma, ancora troppi sono gli ostacoli che si frappongono alla possibilità di vivere pienamente in libertà: lavoro precario, carriere intermittenti, redditi più bassi, scarsità di servizi sociali, assenza nelle stanze che contano anche in quelle in cui si decide di mandarle in pensione a sessantasei anni.
La parità, così intesa, è una mistificazione che oltre a non riconoscere i crediti acquisiti dalle donne con il lavoro di cura, chiude la porta al futuro di molte giovani.
è la cosa del mondo.
Facciamo un’operazione “trasparenza”, rendiamo visibile ciò che viene dato per scontato e perciò nascosto. Dichiariamo in tante e pubblicamente tutti i lavori che svolgiamo. retribuiti e gratuiti, produttivi e riproduttivi, obbligati e volontari. E’ il momento di dar vita ad una nuova stagione di impegno per la libertà e l’autodeterminazione delle donne come fondamento di un diverso modello sociale, più giusto e solidale.
Scarica dal sito de “il manifesto” (www.ilmanifesto.it) il modello “Dichiarazione del lavoro delle donne” , compilalo e invialo a: «[email protected]»
Prime promotrici
Ritanna Armeni, Maria Luisa Boccia. Daniela Brancati. Gloria Buffo, Elettra Deiana, Rossana Dettori, Titti Di Salvo, Wilma Labate, Raffaella Lamberti, Betty Leone, Fernanda Minuz, Marisa Nicchi, Morena Piccinini, Carla Ravaioli, Mariella Gramaglia, Bia Sarasini, Anna Scattigno, Clara Sereni, Chiara Valentini, Katia Zanotti.
Prime adesioni:
Chiara Acciarini, Denise Amerini, Anna Bainotti, Fulvia Bandoli, Mary Bertini, Margherita Biagini, Mara Baronti, Elisa Bertelli, Marcella Bresci, Bausi, Monica Biondi, Stefania Bisori, Giuliana Bonosi, Sara Bonni, Anne Elena Bravo Cumsille, Annusca Campani, Maria Grazia Campari, Donata Cappuggi, Elisabetta Catalanotto, Nunzia Catena, Eva Catizzone, Alida Cavallucci, Monica Cerutti, Tiziana Chiappelli, Chiara Cremonesi, Elena Colombini, Rosaria Costantini, Maria Rosa Cutrufelli, Daniela Dacci, Monica Dal Maso, Marisa Del Re Loredana De Petris, Cecilia D’Elia, Corsina Depalo, Gabriella Gabrielli, Carla Gassini, Cristiana Gestri, Elena Hoo, Francesca Koch, Lilli Insieme, Laura Carpi Lapi, Silvia Lolli, Carla Martini, Maria Laura Massai, Graziella Mascia, Roberta Medini, Giusi Mercante, Graziella Rumer Mori, Barbara Orlandi, Pasqualina Napoletano, Sonia Nocentini, Maria Grazia Negrini, Chicca Perugia, Alessia Petraglia, Luisa Petrucci, Cristina Pierattini, Elisabetta Piccolotti, Silvana Pisa, Bianca Pomeranzi, Corinna Rinaldi, Adelaide Rosi, Ivana Sandoni, Uliva Sannini, Alba Sasso, Stefania Scarponi, Patrizia Sentinelli, Luisa Simonutti, Silvia Soverini, Paola Torricini, Lalla Trupia, Vania Zanotti.