Quali sono i paesi europei dove c’è il maggior numero di coppie in cui la donna guadagna più dell’uomo? A buon senso verrebbe da dire la Germania o la Gran Bretagna. Sbagliato. La quota più alta di donne in vantaggio si trova nell’Europa dell’Est (Slovenia, Ungheria, Polonia e Lettonia), la Finlandia è al quinto posto e l’Italia è, inaspettatamente, a metà classifica, prima della Gran Bretagna.
Ci informano su questi “record” Francesca Bettio e Alina Verashchagina sul sito inGenere.it, dove si ragiona al femminile sui numeri dell’economia e delle statistiche. Ragionando sui numeri appunto, si scopre che il 16, 1 per cento delle coppie italiane dove le donne guadagnano di più, (un gruppo ristretto, ma un sorpasso significativo sul piano simbolico), si spiega con la scarsa diffusione del part time e con il fatto che sul nostro mercato di lavoro si spendono soprattutto donne con livello medio alto di istruzione.
Infatti l’altra faccia della medaglia è che da noi nel 37 per cento delle coppie lavora solo lui. E non è questione di libera scelta. Basti pensare che a Roma 4 bambini su 10 sono esclusi dagli asili nido. Le domande ammesse sono per quest’anno poco più di 4 mila a fronte di una richiesta di quasi 8 mila (Il Messaggero, 13 maggio).
La media nazionale, secondo una ricerca della Coldiretti, è ancora più bassa: solo un bimbo su 10 ha la possibilità di accedere a un asilo nido pubblico, il 17 per cento al Nord, il 4 per cento al Sud (Repubblica, Affari e Finanze, 5 maggio). Inoltre, secondo una ricerca dell’Isfol sulle cause dell’inattività femminile, oltre la metà delle donne inattive sarebbe disponibile a lavorare fino a 25 ore settimanali, sostanzialmente con un part-time, e fra queste circa il 38% accetterebbe un lavoro per un reddito netto fra i 500 e i 1.000 euro al mese (Adnkronos.com/IGN/Lavoro).
Per restare sui numeri, lo sapevate che in Lombardia su 90.820 piccole imprese, una su cinque è guidata da donne? E che queste ultime hanno resistito alla crisi molto meglio degli uomini, in tutta Italia e non solo nella Padania? Lo dice l’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza che ha organizzato per domani (oggi per chi legge) gli “Stati generali dell’imprenditoria femminile” (Il Giornale, 17 maggio).
Un ultimo dato, a rafforzare l’idea che sarebbe un bene, per tutti, tanto più in una situazione di crisi, puntare sui talenti femminili: le donne leggono più degli uomini. Molto di più, dice l’Istat. In tutte le fasce di età, ma in particolare tra i 20 e i 24 anni dove la quota delle lettrici supera il 66 per cento, mentre quella dei lettori si attesta al 39,2 per cento (Asca.it, 12 maggio).