“Aiuto!” scrive disperata Lilly, 14 anni, su un forum on line, “pratico soltanto sesso orale con il mio ragazzo, ma ho un ritardo…potrei essere incinta?”. Le rispondono in tanti, rassicurandola. C’è anche chi la prende in giro: “Certo che puoi rimanere incinta…solo che il bambino nascerà dalla bocca”. E’ sul Corriere della sera della domenica di Pasqua, nelle pagine della salute, che si legge di Lilly e di tanti altri giovanissimi che cercano su internet risposte e informazioni riguardanti la sfera sessuale.
Alessandra Graziottin, sessuologa, osserva che “oggi i bambini iniziano a ricevere molto presto dal mondo che li circonda iper sollecitazioni di tipo sessuale che la famiglia spesso non riesce a gestire”. E’ per questo che gli adolescenti si rivolgono “alla nuova famiglia alternativa: mamma-tv, papà-internet e fratello-telefonino”.
E la scuola? La scuola che fa? Fa finta di niente?
Sappiamo che quando prova a misurarsi con le domande imbarazzanti, apriti cielo. Come è successo qualche settimana fa a Novara quando una maestra ha risposto senza troppi giri di parole ai bambini di quinta elementare che le chiedevano informazioni su sesso orale, masturbazione, frustini, manette e piercing sui genitali (La Stampa, 30 marzo). “Ho parlato in modo esplicito – si è giustificata l’insegnante- per non alimentare la morbosità”. Ma una parte dei genitori ha subito chiesto il suo allontanamento. Senza interrogarsi -pare- sul perché e dove i bambini avessero maturato così dettagliate curiosità.
“In questa società che ci inonda di sesso ovunque, fa scandalo parlarne in uno dei pochi posti dove è dovere spiegare” commenta Claudio Sabelli Fioretti su Io donna (11 aprile). Meno ottimista sul ruolo della scuola in queste vicende è Vittorio Zucconi che racconta come negli Usa l’educazione sessuale (obbligatoria soltanto in uno dei 50 stati americani, facoltativa in tredici) si riduca quasi sempre “in un’ora di spaccati di tubature, cavità e sifoni che hanno la stessa suggestione delle lezioni sullo spinterogeno e il radiatore” che si dovevano seguire un tempo per prendere la patente (D, la repubblica delle donne, 11 aprile).
Zucconi, che spesso nella sua rubrica ama presentarsi come un nonno saggio, pensa che alla fine i ragazzi e le ragazze, “se avranno fortuna” troveranno il “solo maestro che possa dare un senso alla cacofonia degli strumenti”. E cioè, chi? L’amore, è ovvio. Nell’attesa di incontrare quel maestro, Lilly e le sue amiche hanno trovato dei supplenti sulla rete.