“Il patto di Juno” lo ha chiamato Repubblica (20 giugno) e tutti i giornali hanno corredato le cronache con le foto di Ellen Page con pancione, nel film “Juno”, appunto. La notizia riguarda il liceo di Gloucester nel Massachusetts dove diciassette ragazze di anni 16 o poco più si sarebbero messe d’accordo per restare incinte e allevare insieme i figli. Fare un figlio, con un padre anonimo, per avere qualcuno che ci ami davvero: questa sarebbe stata la motivazione. Le studentesse coinvolte pare che fossero molte di più, visto che in 140 si sono sottoposte al test di gravidanza (Corriere della sera, 19 giugno).
In realtà la spigliata commedia della maternità adolescente recitata nel film c’entra poco, visto che la protagonista, incinta per caso, respinta l’idea dell’aborto, aveva cercato una coppia giovane e facoltosa alla quale consegnare la creatura appena partorita. Oppure c’entra, poiché il film propaganda un’idea giocosa, pacificata, in fondo irresponsabile, della maternità. La vicenda, come è ovvio, si presta a ogni sorta di speculazione-riflessione.
Per Marina Terragni, ad esempio, “si tratta di un’inaspettata giravolta nella fenomelogia dell’inquieto spirito femminile” (Il Foglio, 21 giugno), il “fuoriuscire dal programma procreativo stabilito”, la conferma “che c’è libertà femminile nell’essere liberamente madri”. Per Paola Liberace, invece, si tratta di una forma di ribellione adolescenziale, di “una rivendicazione pubblica, prepotente, quasi sfacciata, della propria autonomia”, senza preoccuparsi per gli ignoti e inconsapevoli “strumenti” della procreazione e, “quel che è più grave, per le nuove vite che da questa procreazione sono scaturite” (ideazione.com, 23 giugno). Luca Mastrantonio su Il Riformista (23 giugno), ricordando che a Gloucester, cittadina operaia e cattolica, le famiglie si erano opposte alla contraccezione nelle scuole, fa un rozzo due più due: “Più che Juno, potè l’assenza di condom”. E l’emittente americana Fox News, che ha realizzato un’inchiesta sul posto, sembra dargli ragione. Il patto procreativo sarebbe solo un’invenzione, una leggenda metropolitana. Che copre il fatto che, negli ultimi anni, nel liceo in questione erano stati tagliati i corsi di educazione sessuale. Per questo le gravidanze, statisticamente 3 o 4 l’anno, si sarebbero moltiplicate.
A dir il vero, neanche questa spiegazione ci convince. Forse è come dice Il Foglio, “che l’emancipazione ha finito il suo giro”. Forse è come si legge su ideazione: nient’altro che ribellione giovanile, come scappare di casa e fumare spinelli. Ma è indubbio che non c’è ribellione più classica, in un paese cattolico, che restare incinte senza essere sposate.