Ebbene sì, anche gli inglesi hanno scoperto l’acqua calda: in Italia pubblicità, giornali e tv esibiscono generosamente fanciulle belle e ignude. E molte ragazze, quelle che sanno di avere nelle tette sode e nelle natiche asciutte un patrimonio da spendere, sognano di conquistarsi un posticino in prima serata.
L’articolo del Financial Times di sabato scorso è stato un bel viatico per i giornali d’estate, un utile intermezzo tra lo scalone e le stragi ubriache degli automobilisti. Occasione di autocritiche? Ripensamenti? Neanche per sbaglio. Ovvio che le donne abbiano commentato: “bella scoperta”, “lo diciamo da sempre”. Qualcuna ha anche azzardato una spiegazione della “trappola” italiana “fatta di costrizioni pratiche e familiari, ossessione per l’aspetto, frustrazioni lavorative” (Maria Laura Rodotà, Corriere della sera, 15 luglio).
La lista delle pecche culturali e strutturali della nostra cosiddetta parità è lunga. E conosciuta. L’intelligenza femminile non fa vendere, nè automobili né telefonini. In compenso non c’è talk show, copertina di rivista, intrattenimento pubblicitario dove il corpo femminile non imperi. “Trovatemi una gnocca” è la parola d’ordine. E se una ha la fortuna di esserlo, mica si tira indietro. Anche perché l’alternativa, spesso, è un contratto a termine mal pagato.
Ma c’è chi è subito sceso in campo per difendere l’onore perduto delle italiane (“non sono troie dimentiche dei propri diritti”) e , soprattutto, dei maschi italici (“non ragionano tutti col pisello”): è Oscar Giannino su Libero (15 luglio). Il quale, come si vede, non va troppo per il sottile. Ma non argomenta. Forse perché, oltre al patriottismo, non ci sono argomenti,. Se la prende infatti con il corrispondente britannico (“moralista puritano”) e dice che le spagnole si denudano più delle italiane, per non parlare delle stesse inglesi che impazzano sui giornali popolari. Se sono tutte scosciate, dove è il problema?
Come la mettiamo, però, con il fenomeno delle amazing girl di cui ci parla Io donna? Si tratta di ragazze che vogliono riuscire bene in tutto. Le “aspiranti perfette”. Pare che non abitino solo nei college americani, ma se ne trovino numerosi esemplari anche nella nostra mediterranea e familistica terra. Sono quelle che puntano al “successo sociale” in ogni campo. Nel loro caso, però, altro che seduzione: sono virilizzate e tendenzialmente anoressiche. Parola dello psichiatra Gustavo Charmet.
Sarebbe il caso che le ragazze, amazing o no, facessero sentire la loro voce. Le madri e le zie si sono stufate di parlare anche a nome loro.