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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

In una parola / E se la situazione fosse eccellente?

12 Febbraio 2025
di Alberto Leiss

Pubblicato sul manifesto il 4 febbraio 2025 –

Da quando ho cominciato, nei lontani primi anni Settanta, il lavoro di cronista di sinistra, ho sempre dovuto fare i conti con un contesto politico e culturale che vedeva soprattutto gli elementi negativi, le contraddizioni di una “crisi” permanente, sempre sul punto di aggravarsi mettendo in pericolo la stessa democrazia conquistata con la sconfitta del fascismo quel 25 aprile del ‘45.
C’era del vero – il terrorismo nero e “rosso”, il delitto Moro, i processi di deindustrializzazione che minavano la forza della classe operaia ecc. Ma era anche un rigido modo di guardare la realtà. Qualcosa che impediva, per esempio, di vedere davvero il grande imprevisto di movimenti come quello – non violento ma radicalmente conflittuale – delle donne contro il dominio patriarcale, o dei giovani che rifiutavano i pregiudizi “borghesi”. E anche le scoperte che poteva aprire un diverso sguardo sulle rivoluzioni scientifiche e tecnologiche, e sui nuovi ceti di lavoratori intellettuali.
Si reagiva citando a ripetizione il fatto – chissà quanto vero – che in cinese la parola “crisi” significava “pericolo” ma anche “opportunità”. Però queste famose opportunità non venivano mai colte.
Le cose poi si sono sempre più complicate, sino alla catastrofe del “socialismo reale”, alle brevi infondate illusioni sull’apertura di una stagione più favorevole alla libertà globale.
Ed ecco il moltiplicarsi di un’altra citazione “cinese”, anzi proprio del presidente Mao, capovolta: “La confusione è grande sotto il cielo…”, epperò “la situazione non è affatto eccellente…”.
Oggi il mondo assomiglia a una gigantesca Gotham City, in cui i peggiori cattivi hanno conquistato il potere, e non si vede da nessuna parte il ricchissimo buono, che indossando la maschera di Batman possa sconfiggerli restaurando ordine e giustizia.
Hollywood ci ha insegnato a indagare sulle radici psicologiche e sociali del male di Joker, così come sui lati oscuri dell’eroe che viaggia in Batmobile.
Ecco la mia provocazione. Sì la confusione è altissima e irta di gravi pericoli, ma la situazione potrebbe anche essere eccellente?
Il Re sembra ormai quasi completamente nudo. Nel suo duplice aspetto. Il comunismo e il socialismo hanno fallito non solo perché le premesse teoriche marxiste sono state travisate dogmaticamente, ma anche perché contenevano errori che sarebbe l’ora di riconoscere fino in fondo. E comunque non avevano risposte a problemi odierni. Il capitalismo, lasciato in preda a se stesso, produce ingiustizie insopportabili e disastri materiali e direi spirituali e morali inaccettabili. Sempre più chiaramente visibili. È stato un errore enorme pensare che abolendo il mercato un mondo nuovo sarebbe stato a portata di mano. Così come era completamente falsa l’idea che il bene sarebbe venuto dalla assoluta libertà di un mercato mediato dal denaro e spinto da desideri spesso strumentalmente indotti.
Certo non basterà leggere con soddisfazione sul Wall Street Journal che il conflitto sui dazi aperto da Trump è «la più stupida guerra commerciale della storia». Oppure scoprire nell’ultimo libretto (In trappola, Solferino 2024) di un manager che ha frequentato il circolo Bilderberg come Franco Bernabè una feroce critica delle scelte liberiste del democratico Clinton e della politica, che potremmo definire imperialista, degli Usa.
Si tratta, nientemeno, di scoprire e reinventare i fondamenti di una alternativa.
Sabato scorso a Milano ho partecipato a un pomeriggio di intensa discussione – tra un centinaio di persone presenti nella sede di Radio Popolare e collegate in rete – sul rapporto tra “maschilità e guerra”.
Ripartirei da qui la prossima volta.

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