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Tremate tremate…

5 Ottobre 2015
di Bia Sarasini

Unknown-11Le riunioni avevano preso un ritmo frenetico, tra fine febbraio e inizio marzo 1976. Quelle del mio collettivo di lettere e filosofia, a Roma, che continuavo a frequentare anche se ero già laureata e anzi, ero ormai dall’altra parte: con la qualifica di “esercitatore” lavoravo come assistente di antropologia. Poi c’erano le riunioni dei collettivi universitari. E infine l’intercollettivi, ci incontravamo da tutta la città, Pompeo Magno come Il gruppo della Salute di San Lorenzo, o la Commissione cultura. Preparavamo l’otto marzo. Ricavo queste notizie dalla mia agenda di quell’anno, su cui ho ritrovato appuntamenti e orari. Eravamo entusiaste, eccitate, convinte di fare qualcosa di nuovo, importante. Qualche mese prima, nel dicembre 1975, c’era stata una grande manifestazione, eravamo solo noi donne, noi ragazze, senza i nostri compagni maschi. Li avevamo tenuti fuori, io ero nei cordoni che avevano resistito, che avevano respinto assalti anche rabbiosi, ne avevo ricavato una grande soddisfazione, un senso di forza mai provato prima.

In febbraio le studentesse delle scuole medie erano scese in piazza, per la prima volta da sole. “Le streghe siamo noi” era uno dei loro slogan. Aveva colpito i giornalisti e le giornaliste, che l’avevano riportato nelle cronache, ci sono anche delle foto dei cartelli, avevano cominciato a seguire attentamente questo strano movimento di donne ribelli. Come tanti uomini che ci guardavano dai marciapiedi e spesso ci insultavano.

E di streghe si parlava, si leggeva. Avevamo letto La strega di Jules Michelet, avevamo scoperto la strage delle nostre simili, avvenuta nei tribunali e nei roghi dell’Inquisizione in tutta Europa. Nelle riunioni avevamo deciso che dovevamo presentarci come streghe. Ci erano piaciute, le studentesse medie.

Mi ricordo l’incontro del nostro collettivo di lettere per preparare striscioni, e slogan da ritmare nel corteo. Era il 4 marzo, risulta dall’agenda. Eravamo all’aperto, nel piazzale della Minerva della Sapienza. Una del gruppo dice: Bello Le streghe siamo noi, ma non possiamo, dice un’altra, c’è già. E allora, dice un’altra, hai presente quella foto di un cartello americano? Witches are coming back, Le streghe sono tornate, va bene no?

A me non piaceva, non mi suonava bene. Ma no, è troppo piatto dico, ci vuole qualcosa di più. E, mi ricordo benissimo, ogni volta che lo racconto mi succede di nuovo, mi sentì attraversare come da un brivido, una forza ridente, sfidante. Ci vorrebbe qualcosa, dico, qualcosa che non faccia stare tranquilli, ecco qui il brivido: tremate…

E subito fu ripreso dalle altre, tutte: “Tremate. Tremate le streghe son tornate”.

Nel corteo lo slogan rimbalzò dall’una all’altra. Ognuna lo sentì suo.

Era l’otto marzo 1976. La più grande manifestazione del femminismo italiano.

 

*Per il controllo delle date a supporto dei miei ricordi, ringrazio le amiche di Archivia, del centro di documentazione della Casa Internazionale delle donne di Roma. In particolare sono state preziose l’agenda di Edda Billi, e la rassegna stampa dell’epoca da lei raccolta e conservata

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