Pubblichiamo una risposta di Alberto Leiss a un articolo di Mauro Magatti sul Corriere della Sera e notizie sulle manifestazioni Primadellaviolenza
Credo abbia ragione Mauro Magatti: noi uomini rischiamo una «fine patetica»- come suggerisce a lui, ma non credo solo a lui, la figura di Donald Trump – se non comprendiamo che è giunto il momento di «chiedersi cosa vuol dire essere maschi» nel tempo in cui le relazioni tra i sessi sono radicalmente mutate, dopo che le donne almeno da un secolo hanno lavorato a una nuova consapevolezza di sé, un diverso modo di stare nel mondo. Hanno realizzato – per usare lo stesso linguaggio di Magatti, che per certe parole è lo stesso del femminismo – una rivoluzione simbolica. Non può funzionare il tentativo di rifugiarsi negli schemi del passato, nel ruolo del maschio potente, che vive la dimensione del potere come antropologicamente intrecciata con la propria potenza sessuale e ridotta al piacere del possesso. Certo possono essere ancora tanti i maschi – e forse non poche le femmine – che si riconoscono in fondo nelle volgarità sincere di Trump. Potrebbe persino diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. E se accadrà ciò dimostrerà anche la fondatezza degli interrogativi che la campagna elettorale americana concentra sulla figura di Hillary: perché da una donna al vertice dell’Impero il senso comune si aspetta ormai un altro modo di intendere il potere rispetto a tutta una storia declinata al maschile. Ma questo non cancellerebbe il fatto che un grande cambiamento è comunque avvenuto.
Quello che ognuno può fare
Sembrano essere sempre di più gli uomini che desiderano altro rispetto all’idea del sesso, dell’amore e del mondo incarnata dal tipo Trump. Sono partiti un po’ da questa scommessa sul mutamento anche maschile gli uomini, singoli o impegnati in diverse reti e associazioni, che hanno lanciato nel giugno scorso l’idea di alcune giornate di presenza pubblica di noi uomini in prima persone contro la violenza sulle donne, col titolo Primadellaviolenza. Significa concentrarsi su quello che ognuno di noi può fare nel proprio contesto, familiare, lavorativo, politico, per combattere quella cultura del possesso in cui è lecito pensare che affondi le radici la violenza che così spesso e “normalmente” affiora e aggredisce mogli, compagne, amiche e anche sconosciute incrociate per la strada o in discoteca.
Confrontarsi con la libertà
Partire dalla violenza può essere difficile e anche pericoloso. Può facilmente evocare l’equivoco di figure altrettanto vecchie come quelle del maschio protettore delle donne considerate eterne vittime. Mentre credo che la reazione furiosa dei maschi oggi sia soprattutto originata dalla forza e dalla libertà femminile. É con questa libertà che dobbiamo confrontarci, e capire se può essere un vantaggio anche per noi, se può aprire per tutte e tutti la porta verso un mondo – certamente molto difficile da realizzare – in cui – cito ancora Magatti – prevalgano sul potere e la violenza i legami e il “prendersi cura”.
Un modo diverso di essere uomini
È l’anno zero per noi maschi. Ma non partiamo proprio da zero. Esistono realtà e esperienze, per quanto ancora “minoritarie”, che da decenni sono impegnate nella ricerca di un modo nuovo di vivere il proprio essere uomini. E questo si accompagna a esperienze concrete nei confronti degli uomini che agiscono violenza, nel dialogo con le donne dei centri antiviolenza, nell’impegno contro la tratta e la prostituzione, nella ricerca di scambio con uomini stranieri anche sul terreno delle relazioni tra i sessi. In questi pochi mesi abbiamo incontrato molti nuovi amici in questo percorso, giovani studenti, professionisti, persino un gruppo di parlamentari che ha deciso di autoconvocarsi non solo per monitorare il tipo di norme che il Parlamento produce su uomini e donne, ma anche per interrogarsi sul proprio ruolo, sessuato, nei luoghi del governo e della rappresentanza.
Prima del 25 novembre
Nei prossimi giorni di tutto questo si discuterà in alcuni incontri in varie città promossi con Primadellaviolenza. Dopo iniziative che già si sono svolte a Foggia, Taormina, Livorno, Pescara, Palermo, venerdì 21 ottobre sarà la volta di Roma, proprio sotto il titolo Che uomini vogliamo essere? dalle 15,30 alla Casa internazionale delle donne.Dopo un laboratorio alle 17,30 si svolgerà un incontro pubblico aperto, con la visione di filmati (tra cui un’intervista inedita a Edoardo Albinati) e interventi.
Quindi altri appuntamenti
22 ottobre – Genova
22 ottobre – Conversano (Bari)
22 ottobre – Palermo
23 ottobre – Milano
25 ottobre – Bergamo
2 novembre Pisa
2 novembre – Monza
#Primadellaviolenza
“Che uomini vogliamo essere?”
Incontro a Roma venerdì 21 alla Casa Internazionale delle Donne
Nell’ambito delle Giornate d’impegno degli uomini contro la violenza maschile 15 ottobre – 2 novembre 2016
La violenza contro le donne chiama in causa gli uomini, e come uomini vogliamo rifiutare e superare la cultura della violenza.
Lo scorso giugno abbiamo diffuso un testo (pubblicato tra gli altri dalla 27ora del Corriere della Sera e dal manifesto) (http://27esimaora.corriere.it/articolo/la-proposta-di-30-uomini-una-nostra-giornata-contro-la-violenza-maschile/) (http://www.maschileplurale.it/prima-della-violenza-appello/) rivolto al mondo maschile per un impegno non episodico, Primadellaviolenza ha raccolto finora circa 300 adesioni: “La violenza verso le donne – abbiamo scritto – non si può liquidare come patologia di pochi marginali, né come il segno di culture lontane da noi: nasce nella nostra normalità. Anche quando è estrema, parla una lingua che conosciamo e che mescola amore, controllo, dipendenza, onore, gelosia, frustrazione, potere… prima di divenire violenza”.
Mentre la cronaca non cessa di svelare delitti orribili compiuti da maschi, come il caso dello stupro di gruppo continuato per anni a Melito Porto Salvo, sono cresciute in questo periodo le prese di posizione individuali e collettive di uomini: dal testo “Cari maschi tocca a noi” (http://ilmanifesto.info/cari-maschi-tocca-a-noi/) promosso da esponenti del mondo accademico, agli interventi di Nicola Lagioia, Michele Serra, Edoardo Albinati, Christian Raimo ed altri, a numerose iniziative pubbliche come quelle assunte a Foggia, Taormina, Livorno, Pescara, e a Palermo contro la tratta.
Contributi anche molto diversi, ma che mettono al centro una consapevolezza nuova. Vogliamo scommettere sulla consistenza e sulla concretezza di questa nuova sensibilità maschile.
Nei prossimi giorni si svolgeranno iniziative in diverse città italiane, per avanzare proposte, aprire scambi di esperienze, consolidare una rete permanente. Ecco il calendario degli appuntamenti previsti:
Giornate di impegno degli uomini contro la violenza maschile
21 ottobre – Roma : “Primadellaviolenza. Che uomini vogliamo essere?”: iniziative in piazza nell’area di Piazza Trilussa e incontro alla Casa internazionale delle Donne ( Via della Lungara 19) a partire dalla 15,30 con il laboratorio: che maschio sei? E a seguire, alle 17,30 un incontro pubblico sul tema che uomini vogliamo essere?.
22 ottobre – Genova – Dalle 15 incontro a Palazzo Ducale seguito da spettacolo teatrale e musiche di De Andrè in piazza.
22 ottobre – Conversano (Ba) – Dalla 18 incontro presso il centro “Venti di scambio”
22 ottobre – Palermo – Dalle 17 in piazza Massimo, davanti al teatro.
23 ottobre – Milano – Incontro dalle 15 presso la Casa delle Arti, spazio Alda Merini
25 ottobre – Bergamo – Alle 20,30 Concerto-conferenza all’Auditorium sul tema “Tenerezza e violenza nel maschile”
2 novembre – Pisa – volantinaggio e sensibilizzazione in un supermercato
2 novembre – Monza – incontro alle 20,30 presso l’Urban Center “La violenza sulle donne ci riguarda. Cambiare è possibile?”
Queste giornate sono anche in relazione con l’impegno degli uomini spagnoli che da alcuni anni, il 21 ottobre, manifestano contro la violenza sulle donne.
Primadellaviolenza intende anticipare la partecipazione maschile alla giornata internazionale del 25 novembre, anche per evitare il rischio di facili adesioni rituali: vogliamo cercare insieme i modi di agire un vero cambiamento, per prevenire e riconoscere in tempo la violenza. Sabato 26 novembre diverse associazioni di donne hanno indetto una manifestazione nazionale contro la violenza: sarà un nuovo appuntamento che crediamo dovrebbe chiamare in causa, con noi, tutti gli uomini.
Non si tratta di ergersi a “difensori delle donne”, o di attivarsi solo per sensi di colpa o senso del dovere, ma di interrogarci sui nostri desideri, sulla capacità di riconoscere la nuova autonomia e la nuova libertà delle donne, che può essere un’occasione di cambiamento positivo anche delle nostre vite.
L’obiettivo di Primadellaviolenza è coinvolgere il mondo della scuola, dell’informazione, della cultura, della politica e dell’associazionismo, e tanti singoli uomini. Che cosa facciamo, ognuno nel proprio contesto relazionale e lavorativo, nell’ impegno politico e culturale, per contribuire ad una maggiore consapevolezza, nostra e di tanti ragazzi e adulti ancora troppo silenziosi, isolati, confusi? Per reagire agli stereotipi “machisti” che sono alla base della misoginia, così come anche dell’omofobia e del rifiuto di ogni diversità etnica e culturale.
Queste iniziative sono promosse da gruppi, reti e associazioni di uomini, o di uomini e donne, diverse tra loro ma impegnate insieme contro la violenza: da Maschile Plurale a Mondita associazione interetnica italiana, dalla Rete degli uomini contro la tratta, la prostituzione, le violenze sulle donne a Livorno Uomini Insieme – LUI, al gruppo del teatro dell’oppresso Parteciparte, a tante altre realtà locali.
L’immagine delle maschere che sta accompagnando Primadellaviolenza allude al desiderio di liberarci dai ruoli precostituiti che tanto spesso ingabbiano e travisano la nostra affettività e identità. Inventare e raccogliere in rete, da qui agli appuntamenti di ottobre, altre immagini (foto, disegni, riproduzioni) capaci di esprimere in modo nuovo l’impegno maschile contro la violenza può essere un modo di animare lo scambio e la discussione, che sui social sta già crescendo.
Nuove informazioni, adesioni, suggerimenti, critiche, contributi, saranno benvenuti.
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