di Monica Luongo
Raramente mi sono sentita così offesa dal mio paese nella mia dignità di donna e persona, come dalla decisione di coprire le statue di nudi per la visita del premier iraniano Rouhani in Italia.
Ovviamente non sono la sola voce del coro, per fortuna.
Intanto vorrei sapere subito chi sono stati i responsabili di una decisione primitiva e stupida, poi perché Renzi non ha cancellato la visita al museo, proprio come i francesi hanno deciso di non offrire nessun pasto a Rouhani perché il vino è proibito ai musulmani (ricordiamo anche che i francesi hanno imposto al Vaticano un ambasciatore gay non gradito solo pochi mesi fa). Così come non avrei mai potuto immaginare la scalinata principale del Louvre con la Nike di Samotracia coperta da un lenzuolo.
E sempre dalla Francia mi è venuto un altro ricordo: una bella mostra di qualche anno fa, sempre al Louvre, in cui una collezione di foto, sempre mostrava come le opere che i nazisti volevano portare in Germania durante l’occupazione vennero spostate numerose e nascoste nelle ville in campagna di francesi ed ebrei e le immagini museo così mostrato – quello sì nella sua vera nudità – dal ministro della Cultura a Himmler.
E sono indignata perché ci siamo sbracciati a difendere la distruzione di Ninive e altri siti archeologici per mano dell’ISIS, ma per un accordo commerciale abbiamo messo le mutande a Bernini, Michelangelo, e artisti ignoti di epoca imperiale. Per me, che vivo nel Pakistan più arretrato da questo punto di vista, dove vedo alcune donne addirittura infilare i calzini in presenza di uomini che non sono parte della famiglia, dove la musica non si sente per strada, dove la rappresentazione di un corpo nudo è un crimine punito con la morte (ma non il dilagare del porno), tornare a casa significa respirare, essere libera di comprare una birra e vedere il marmo latteo scolpito dalla mano gentile di Bernini o Canova.
Quei seni e sessi coperti non solo una offesa alla mia cultura, alla mia arte (mia perché sono italiana), ma soprattutto uno sputo sul viso di donne e uomini che si battono per proteggere cultura e diritti, opere d’arte e libertà, anche la mia di essere donna libera.
Non voglio boicottare l’Iran per la scelta idiota di chi governa l’Italia (boicottaggi ed embarghi colpiscono sempre i cittadini più deboli, non dimentichiamolo). Voglio le dimissioni dei responsabili e le scuse del governo.