La ragazza del dipinto – film di Ama Asante –
Ci si sente appagati uscendo da questo bel filmone, secondo lungometraggio della regista inglese di origine ghanese Ama Asante. C’è assolutamente tutto: splendide scene, bellissimi costumi, ottimi attori, impegno politico e passione nel Settecento londinese. C’è perfino l’happy end!!
Gugu Mbatha Raw è l’attrice inglese di una bellezza strepitosa che interpreta Dido Elisabeth Belle, figlia mulatta naturale (riconosciuta) di un Capitano della Marina di Sua Maestà Britannica che l’affida allo zio, Presidente della Corte Suprema interpretato da Tom Wilkinson, e a sua moglie, interpretata da Emily Watson.
Intelligente, sensibile e acculturata, crescendo Dido si appassiona al sociale e alla politica spinta dalle sue sofferenze in quanto donna (insultata, ad esempio, dal futuro cognato) e dalle privazioni in quanto mulatta (non le era consentito ad esempio mangiare alla stessa tavola con la sua stessa famiglia). Viene inoltre stimolata dalla passione politica di un giovane avvocato (interpretato da Sam Reid) aspirante magistrato praticante presso lo zio Lord Mansfield.
Il fatto vero è il caso del massacro della nave Zong che Asante porta a conoscenza di un vasto pubblico. Tale caso è consistito nell’uccisione di 142 schiavi africani da parte dell’equipaggio della nave negriera nel 1781. Proprietario della nave era un gruppo di commercianti di schiavi di Liverpool che aveva stipulato un’assicurazione sulla loro vita. Dopo che l’equipaggio gettò in mare gli schiavi deboli e ammalati, i proprietari della Zong fecero istanza di rimborso per la perdita presso l’assicurazione e, quando gli assicuratori si rifiutarono di pagare, il dibattito giudiziario sostenne, in primo grado, che l’uccisione deliberata di schiavi, in alcune circostanze, era una pratica legale e che quindi gli assicuratori sarebbero stati tenuti a risarcire i commercianti. Le audizioni processuali portarono il caso all’attenzione del movimento contro la schiavitù degli attivisti (nel film l’agit-prop è proprio il figlio del parroco aspirante magistrato) che tentarono di far perseguire l’equipaggio della nave per omicidio. Nel film, il Presidente della Corte Suprema, memore dei suoi desideri giovanili di cambiare il mondo, ribalta in secondo grado la sentenza liberando l’Assicurazione dall’obbligo di risarcimento e auspicando che né animali né schiavi siano considerati merci.
I racconti del massacro stimolarono il nascente movimento abolizionista e divennero il simbolo degli orrori della tratta atlantica degli schiavi africani verso il Nuovo Mondo.