Che cosa c’è stato di “rosa” la scorsa settimana sui giornali? Innanzitutto il lavoro. Negli Usa. Infatti per la prima volta l’occupazione femminile è pari e quasi supera quella maschile. Nel 2011 ci saranno due milioni e mezzo di studentesse universitarie in più rispetto agli studenti.
Ragazze provenienti dalle classi sociali più svantaggiate che hanno capito, “prima dei maschi intrappolati nei miti perdenti del machismo di strada”, che è “l’istruzione, più che il pallone o la pistola, la strada per uscire dai ghetti”. Già oggi per ogni americano che ha un lavoro retribuito c’è un’americana, anche se la parità nei numeri è ancora ben lontana dalla parità nelle retribuzioni.
L’ampio servizio di Vittorio Zucconi su Repubblica (8 gennaio) ci ricorda che questo record è stato raggiunto senza che le madri lavoratrici trovino i sostegni che offrono molti paesi europei. Anche in Italia c’è un grave deficit di welfare per le madri che lavorano, denuncia nelle stesse pagine Chiara Saraceno, ma la percentuale delle donne che lavorano è ben lontana dai dati americani, soprattutto se si guarda al Sud. E anche nell’emancipato Nord sono tante quelle che abbandonano dopo la maternità.
“Rosa” è anche la prima cooperativa di taxi tutta femminile. E’ nata a Firenze e le nove socie fondatrici di “inTaxi” oltre a garantire le corse giornaliere, accompagnano con tariffe agevolate ragazze sole, bambini e anziani (Corriere della sera, 9 gennaio). Non si tratta solo di una bella trovata solidaristica, visto che in Inghilterra imprese simili hanno fatto profitti da capogiro (style.it).
“Rosa”, inutile dirlo, è soprattutto la sfida elettorale che si prefigura nel Lazio, tra Renata Polverini e Emma Bonino. “Donne in corsa (senza il tacco 12)” scrive Il Sole 24 ore (7 gennaio), evento che sancirebbe, secondo il sociologo Saro Trovato, “la fine del velinismo in politica” poiché le due candidate rappresentano “un modello di femminilità vincente che piace alle donne e convince gli uomini” (Adnkronos, 11 gennaio).
Poco importa che questo spazio si sia aperto in seguito ai “guai combinati dai maschi”, vedi escort e trans, scrive Filippo Ceccarelli (Repubblica, 8 gennaio), resta il fatto che oggi “è come se in politica le donne avessero un’autostrada davanti a sé”. Con la crisi manifesta della classe dirigente maschile si è aperto “un varco, anzi una voragine della quale approfittano le donne” ammette Letizia Paolozzi (donnealtri.it). Anche perché le due sfidanti, pur non essendo estranee alla disciplina di partito, “danno l’idea di pensare con la propria testa, fuori dall’ombra degli apparati”.