Chissà se è vero che Rosy Bindi con i suoi capelli grigi fa l’effetto di una zia d’altri tempi, insomma una donna che mette in crisi le donne (quasi tutte) che della cura di sé, del proprio aspetto fanno un fondamento del proprio stare al mondo. Lo scrive anche Maria Laura Rodotà, che pure simpatizza : «Bindi è donna anomala. Sia perché è una donna e da noi siamo poco abituati a votarle. Sia perché è, diciamo, molto sobria; curata ma a suo modo, coi capelli non tinti, senza vezzi femminili. Forse evoca ancora nell’inconscio collettivo il timore che si aveva delle suore e delle streghe (ma non è né l’una né l’altra)». Mentre Daria Bignardi, che invece antipatizza, su Vanity Fair la confina nella categoria delle donne toste: «Rosy non è cattiva, sia chiaro, è solo che in questa campagna per le primarie ce l’hanno disegnata così, alla Jessica Rabbit: molto più decisa e cazzuta dei suoi colleghi, pronta a sporcarsi le mani, in senso buono. Ma non è servito a farle acchiappare una percentuale importante: Walter-Muro di Gomma ha stravinto, come era nelle cose. Le donne toste seducono, ma alla fine non quagliano». Tosta e antica, l’aveva accusata nella puntata delle Invasioni Barbariche, perché invece di frequentare le discoteche come Walter andava nei circoli femministi di sole donne pieni di lesbiche.
C’è qualcosa che non torna. Sull’immagine, il corpo delle donne. Anzi, i capelli.
E naturalmente il potere.
Nora Ephron, la sceneggiatrice di film brillanti come Harry ti presento Sally, anche regista,vedi Insonnia d’amore, C’è posta per te, Bewitched, ha scritto nel suo libro Il collo mi fa impazzire: «Non sono stati il femminismo o l’aerobica a trasformare la vita delle donne. È stata la tintura dei capelli». Insomma, le donne sarebbero diventate autorevoli nel mondo del lavoro da quando hanno cominciato a tingersi i capelli, cioè a coprire gli odiati-temuti capelli bianchi. Ma odiati da chi? Dagli uomini?
Io non mi tingo afferma decisa Anne Kreamer nel titolo italiano del suo libro in uscita a fine ottobre. Un libro che ha fatto/fa discutere, negli Usa. Per molti aspetti, compresa l’inchiesta sul campo a proposito dell’attrazione sessuale esercitata sugli uomini da parte di una donna di 47 anni con i capelli grigi, se non bianchi. Ma il punto più interessante, ripreso per esempio dal Time magazine, è la notazione che sono soprattutto le donne di potere, in particolare le politiche, a non cedere sulla tinta dei capelli. Mentre moda, cinema, spettacolo mostrano qualche interesse per il bianco, vedi la Miranda di Meryl Streep in Il diavolo veste Prada, colore raro, quindi originale.
Insomma, non sarà che Rosy Bindi da antica si rivela cool, glamour?
O per dirla più esplicita. Non si vince la battaglia del potere, per le donne, se non si scioglie il tema dell’autorevolezza della donna adulta, diciamo così, o anche più che adulta, per non dire anziana. Di cui i capelli bianchi sono lo spauracchio. Non sono più tempi, non qui, non in Occidente, in cui nessuna debba temere una sparizione dalla vita sociale. La vita sociale siamo noi, verrebbe da dire. Come mostrano quelle donne di salotto che a Milano centro – non abbagliate da Walter forse perché lontane – hanno scelto Rosy.
E in conclusione? Tinta per tutte, se fa piacere. O il contrario. L’importante è scegliere, come per il velo.